Anche quest’anno sono tre le misure che consentono di anticipare il pensionamento per lavoratori che assistono parenti disabili gravi e che hanno quindi bisogno del loro supporto. Parliamo della figura del caregiver, perché effettivamente si chiamano così gli assistenti familiari, ovvero coloro che hanno familiari disabili in casa da assistere. Nel 2025 ci saranno tre misure che permetteranno a chi si trova in queste condizioni, e a chi svolge il ruolo di caregiver, di uscire dal mondo del lavoro prima del previsto con la pensione anticipata.
Tre misure diverse, ma che hanno un minimo comune denominatore nella definizione di caregiver e nella tipologia di assistenza richiesta. Infatti, bisogna rientrare in specifici parametri: solo così si può sfruttare uno di questi canali di uscita preferenziale.
Pensioni anticipate per chi ha parenti invalidi, ecco 3 strade nel 2025
Il caregiver non è altro che colui che assiste un parente disabile in situazione di invalidità molto grave. Tuttavia, se questa è la definizione generica, a livello previdenziale – per le tre misure di cui parleremo ora – il caregiver è colui che assiste un familiare disabile grave con il quale convive da almeno sei mesi rispetto alla data di presentazione della domanda di pensione. Infatti, il requisito della convivenza di almeno sei mesi è fondamentale per poter rientrare in una qualsiasi di queste tre misure.
Inoltre, per poter usufruire di queste agevolazioni sulle pensioni, il disabile a cui il caregiver presta assistenza deve essere il coniuge o un genitore. Può essere anche un parente o un affine fino al secondo grado, ma solo a determinate condizioni. Essi devono trovarsi senza genitori o coniugi, oppure questi ultimi devono avere più di 70 anni di età o essere a loro volta invalidi. Solo così assistere una di queste persone e convivere con loro darebbe diritto a una delle 3 misure di pensionamento anticipato per i cosiddetti caregiver.
Quota 41 senza limiti di età, anche i caregivers possono
La prima misura destinata anche ai caregiver e fruibile nel 2025 è la Quota 41 per i lavoratori precoci. Fermo restando quanto detto sulla tipologia di disabile, sul grado di parentela e sul fattore convivenza, per accedere alla Quota 41 i requisiti restano quelli già noti.
Oltre ad aver maturato almeno 41 anni di contributi, il caregiver deve avere almeno 12 mesi di versamenti prima dei 19 anni di età: questo è il requisito che concede lo status di precoce ai richiedenti. Infine, occorre possedere almeno 35 anni di contributi effettivi. In pratica, dei 41 anni di versamenti, 35 devono essere stati completati senza considerare i contributi figurativi derivanti da indennità per disoccupazione INPS o per malattia.
L’Ape sociale per gli invalidi, via libera anche ai caregivers nel 2025
Sempre per i caregiver, e con le stesse caratteristiche valide per la Quota 41, c’è la possibilità di andare in pensione a 63,5 anni di età (almeno) grazie all’Ape sociale. L’Anticipo pensionistico sociale è una sorta di reddito ponte che accompagna alla pensione il contribuente. Per ottenerlo, in qualità di caregiver, è necessario maturare almeno 30 anni di contributi.
Questa prestazione, però, è temporanea e somiglia più a un trattamento assistenziale che a una vera e propria pensione: non è reversibile, non può superare i 1.500 euro al mese e non prevede maggiorazioni, assegni familiari, tredicesima né adeguamenti al tasso di inflazione.
Chi sceglie l’Ape sociale, inoltre, non deve svolgere alcuna attività lavorativa (dipendente o autonoma). L’unica eccezione è il lavoro autonomo occasionale entro i 5.000 euro di reddito aggiuntivo per anno solare.
Opzione donna e vai in pensione anticipata come caregiver, ecco come
Solo per le donne che hanno la funzione di caregiver in casa, ecco la terza e ultima misura possibile nel 2025. Stiamo parlando di Opzione donna. Infatti, tra le figure che possono accedere a Opzione donna rientrano anche le caregiver.
In questo caso, occorre raggiungere almeno 35 anni di contributi e avere un’età che varia in base al numero di figli: 59 anni per chi ne ha avuti almeno due, 60 anni per chi ne ha avuto uno soltanto e 61 anni per chi non è mai diventata madre. Attenzione, però, perché rispetto alle altre due misure, solo per Opzione donna i requisiti vanno completati entro il 31 dicembre dell’anno precedente.
Quindi, nel 2025, indipendentemente dall’età da raggiungere (59, 60 o 61 anni). Tale età e i 35 anni di contributi dovranno risultare completati entro la fine del 2024.
La pensione di Opzione donna, inoltre, è l’unica delle tre a prevedere il ricalcolo contributivo della prestazione. Ciò significa che queste lavoratrici possono sì conseguire la pensione anticipata di Opzione donna, ma accettando regole più sfavorevoli per il calcolo dell’assegno.