Pensioni anticipate più lontane, dal 2025 cambia tutto

Finestre di attese più lunghe anche per le pensioni anticipate, ecco come funziona la novità e chi pagherà le conseguenze.
4 settimane fa
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Foto © Investireoggi

Molti lavoratori chiedono ai legislatori misure di pensionamento anticipato per superare, una volta per tutte, la riforma Fornero. È necessaria una profonda riforma che modifichi le regole di pensionamento, favorendo l’uscita anticipata dal mondo del lavoro. Presto inizieranno i lavori e gli incontri tra governo e sindacati. Ma sembra che il governo stia considerando degli inasprimenti che potrebbero riguardare anche le pensioni anticipate ordinarie. Chi pensava che il peggio fosse già passato, dovrà ricredersi. C’è il rischio di restare senza reddito per 7 mesi o di lavorare 7 mesi in più.

Pensioni anticipate più lontane: dal 2025 cambia tutto

Il governo sta valutando di aumentare da 3 a 7 mesi i tempi di attesa per le pensioni anticipate, pur mantenendo inalterate le soglie contributive. Si tratterebbe di un autentico trucco, già visto in passato quando si decise di spostare di 3 mesi la decorrenza della pensione anticipata ordinaria.

Non sempre, infatti, si interviene aumentando i requisiti contributivi per ritardare l’uscita verso la pensione: a volte basta ritoccare le finestre di attesa. Attualmente, queste finestre sono di 7 e 9 mesi rispettivamente per i lavoratori del settore privato e pubblico che usufruiscono della quota 103. Anche per le pensioni anticipate ordinarie e per la quota 41 dei lavoratori precoci esiste una finestra di 3 mesi, ma ora potrebbe andare ancora peggio.

Finestre più lunghe, pensione più lontana

Attualmente, chi raggiunge 42 anni e 10 mesi di contributi (se uomo) o 41 anni e 10 mesi (se donna) acquisisce il diritto alla pensione anticipata ordinaria. Lo stesso vale per alcuni disoccupati, caregiver, invalidi e addetti a lavori gravosi che abbiano maturato 41 anni di contributi. Tuttavia, una cosa è il diritto alla pensione, un’altra è l’inizio del pagamento della pensione stessa.

A causa della finestra di attesa di tre mesi, i beneficiari ricevono la pensione solo a partire dal terzo mese successivo a quello in cui hanno maturato i requisiti, e non dal primo giorno del mese successivo alla maturazione dei requisiti, come avviene per la pensione di vecchiaia ordinaria.

Ben oltre i 43 anni di lavoro

Attraverso il ritocco delle finestre, si possono inasprire i requisiti per le pensioni senza ricorrere a provvedimenti impopolari. Di fatto, questo sposta in avanti nel tempo il pensionamento, prolungando gli anni di lavoro anche per le pensioni ordinarie.

Durante il periodo della finestra di attesa, i lavoratori possono scegliere se aspettare il primo pagamento della pensione, avendo già maturato il diritto a lasciare il lavoro, oppure continuare a lavorare per evitare di restare senza reddito per mesi.

Se oggi questa scelta riguarda un periodo di soli 3 mesi, domani potrebbe diventare molto più complicata. Si parla, infatti, di allungare la finestra a 6 o 7 mesi. Se questa operazione dovesse andare in porto, chi sceglie di restare in servizio durante la finestra di attesa potrebbe trovarsi a dover lavorare fino a 43 anni e 5 mesi per poter finalmente dire di aver maturato il diritto alla pensione.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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