Cala l’importo medio delle pensioni nel 2021. Le rendite liquidate lo scorso anno rispetto a quello precedente sono risultate inferiori di numero (-6%) ma anche di sostanza.
I pensionati italiani hanno ricevuto in media 1.203 euro, rispetto ai 1.237 euro del 2019. Poca cosa, ma se si estende il raffronto nel tempo, il trend risulta negativo da anni. Il che porta a concludere che il potere di acquisto si sta indebolendo.
Cala l’importo medio delle pensioni
A snocciolare le cifre è l’Inps nel suo consueto rapporto annuale sui flussi di pensionamento.
A contribuire all’allargamento del divario fra uomini e donne è stata in particolare Opzione Donna. Le pensioni liquidate con questi sistema risultano mediamente inferiori ai mille euro al mese e abbassano la media.
Calano anche le rendite ai superstiti (-10,61%) e quelle di invalidità (-5%). Mentre oltre un terzo dei trattamenti liquidati è costituito da pensioni anticipate (il 44% in più rispetto a quelle di vecchiaia, tanto nel 2020 quanto nel 2021).
Più nel dettaglio, le pensioni di vecchiaia decorrenti registrano un importo medio di 864 euro, mentre quelle anticipate hanno segnato 1.944 euro. Quelle ai superstiti 769 euro e quelle di invalidità 793 euro.
Perché diminuiscono le rendite
Ma perché diminuiscono le rendite? Benché l’aumento dell’età pensionabile dovrebbe contribuire ad incrementarle, il motivo principale sta nel sistema di calcolo della rendita.
Come noto, oggi le pensioni sono per la maggior parte liquidate con il sistema di calcolo misto. Cioè in parte retributivo, per i contributi versati prima del 1996, e in parte contributivo, per quelli versati dopo tale anno. E ogni anno che passa, il peso del calcolo si sposta sempre più verso la parte contributiva.
Questo rende più penalizzante la pensione e quindi man mano che passano gli anni gli importi medi scendono.