Italia Paese di pensioni d’oro e d’argento. Ci si lamenta spesso di chi non arriva a fine mese con la pensione e sono tanti. Ma c’è tanta gente che prende più di 3.000 euro al mese e si lamenta delle troppe tasse.
Senza andare a snocciolare i casi limite di chi percepisce assegni da oltre 100 mila euro all’anno a carico dello Stato, secondo l’Istat i pensionati d’argento in Italia sono in aumento. Lo scorso anno ne sono stati calcolati ben 1.321.
Chi prende più di 3.000 euro al mese di pensione
Si tratta di ben 954.542 uomini e 366.534 donne che percepiscono un assegno liquidato nella maggior parte dei casi col sistema retributivo. Quindi pensioni calcolate sulla base delle retribuzioni percepite negli ultimi 5 anni di carriera.
Questa fascia di pensionati, secondo l’Istat, rappresenta l’8,4% del totale delle pensioni erogate dallo Stato. Una dato significativo che ci pone al primo posto in Europa, davanti anche a Paesi più ricchi come la Germania o la Francia.
Da notare che per le pensioni d’oro è previsto un contributo di solidarietà che terminerà alla fine del 2021. Una sentenza della Corte Costituzionale del 2020 ha riscontrato l’anticostituzionalità costringendo il parlamento a ridurre il periodo di applicazione.
Gli assegni inferiori a 1.000 euro al mese
Per converso chi prende meno di 1.000 euro al mese di pensione è una vasta platea. In tutto si tratta di 5.288.708 persone che rappresentano il 33,8% del totale dei pensionati in Italia. La maggior parte di essi percepisce un assegno compreso fra i 550 e i 750 euro mensili.
Pensioni da fame. Al netto delle imposte si sta appena sopra la soglia di povertà. E anche in questo caso l’Italia gode di un infelice primato rispetto alla media europea. In Francia e Germania la stessa fascia di reddito da pensione è meno del 25% della platea dei pensionati.
Secondo gli esperti, quindi, in Italia la distribuzione del reddito da pensione tende più verso il basso rispetto alla media Ue. Mentre vi sono punte (pensioni sopra 3.000 euro al mese) che non trovano paragoni.
Il sistema fiscale italiano (in Italia i pensionati sono i più tartassati d’Europa), combinato col passaggio dal sistema di calcolo retributivo al contributivo, ha creato diseguaglianze e disparità di trattamento.