Chi prende di più di pensione rispetto a quanto versato? Come cantano i Negramaro con il brano Voglio molto di più: “E cerco sempre di più di quel che trovo e lo sai, accontentarmi non è possibile se tu sei, tu sei, tu sei, se tu sei molto di più“.
Parole che molte pensionati potrebbero dedicare alle pensioni. Proprio quest’ultime sono spesso oggetto di critiche per via degli importi considerati particolarmente bassi rispetto al caro vita, tanto da non risultare sufficiente a soddisfare le varie esigenze personali.
Se tutto questo non bastasse c’è anche chi prende di più di quanto ha versato nel corso degli anni con i contributi. Ma di chi si tratta? Scopriamolo assieme!
Sistema previdenziale italiano, cosa emerge dal rapporto annuale Inps
In base a quanto si evince dal XXIII Rapporto annuale Inps pubblicato nel mese di settembre 2024, si registra un elevato livello di spesa per le pensioni. Tale dato, viene sottolineato: “riflette due caratteristiche del sistema previdenziale italiano”. La prima concerne l’età di pensionamento. Nonostante per accedere alla pensione di vecchiaia bisogna avere almeno 67 anni, infatti, l’età effettiva di accesso è più bassa. Grazie alle varie misure di pensione anticipata, infatti, mediamente si esce dal mondo del lavoro a 64,2 anni. Un altro fattore di criticità è da rinvenire nella:
“generosità del sistema, che può essere misurata in termini di tasso di sostituzione delle pensioni, ovvero di rapporto tra pensione e ultimo stipendio percepito prima del pensionamento. Si tratta di una misura del potere d’acquisto una volta terminata la vita lavorativa, che riflette l’efficacia di un sistema di previdenza nel fornire un reddito pensionistico in sostituzione di quello da lavoro. Il tasso di sostituzione tra trattamento pensionistico e ultima retribuzione in Italia è stimato intorno al 59% in media e rimane tra i più elevati dell’Unione europea (quasi 14 punti percentuali sopra la media europea)), nonostante la diminuzione registrata negli ultimi anni, riconducibile alle riforme adottate a partire dagli anni Novanta. Queste riforme sono state implementate gradualmente, quindi l’effetto del passaggio dal sistema retributivo a quello contributivo sta iniziando a farsi notare solo ora“.
Pensioni: chi prende di più di quanto ha versato
In pratica, grazie all’ultimo rapporto Inps si evince che i conti delle casse previdenziali sono a rischio perché molti pensionati, grazie al sistema retributivo, prendono molti più soldi di quanto hanno versato di contributi nel corso della loro carriera lavorativa.
Basti pensare che si fa sempre più largo l’ipotesi che in futuro possa debuttare Quota 41 light. Una nuova misura grazie alla quale i lavoratori potrebbero andare in pensione a qualsiasi età, purché abbiano maturato almeno 41 anni di contributi.
Al fine di rendere tale soluzione economicamente sostenibile per le casse statali l’assegno sarebbe calcolato esclusivamente con il metodo contributivo. I pensionati rischierebbero però di percepire una pensione più bassa, con un taglio che potrebbe raggiungere quota 30%. Se è pur vero che tale soluzione permetterebbe allo Stato di risparmiare un bel po’ di soldi, non si può negare che possa essere considerata poco favorevole per i lavoratori di oggi che rischiano di avere una pensione particolarmente bassa.
La speranza, pertanto, è che si attui una riforma in grado di garantire una pensione dignitosa a tutti, senza compromettere i conti pubblici.