Argomenti diversi, che i politici subito hanno distinto per evitare facili e ideologiche polemiche. Parliamo del piano di riarmo europeo da 800 miliardi e delle riforme delle pensioni o di altri interventi legati a welfare e sanità. Due ambiti che, secondo i politici, non sono sovrapponibili. Lo hanno sottolineato in risposta alle critiche di forze come la Lega o il Movimento 5 Stelle, secondo cui i fondi destinati alle armi sottrarrebbero risorse a sanità e pensioni. Alcuni sostengono che i soldi stanziati dall’Unione Europea per il riarmo dovrebbero essere dirottati su ciò che interessa davvero i cittadini, come la quota 41 per tutti o il potenziamento del sistema sanitario.
La spesa pubblica ha limitato sempre la riforma delle pensioni, quota 41 per tutti e tanti altri interventi
Le due cose non vanno di pari passo. Non c’è welfare, sanità o pensioni senza una difesa comune dell’Europa, e senza una spesa adeguata in armamenti. Questa è la risposta fornita a chi solleva critiche come quelle citate.
Effettivamente, si tratta di ambiti distinti, e su questo si può concordare. Tuttavia, anche per chi — come noi in redazione — guarda alla politica con una certa distanza, sembra strano che l’Unione Europea oggi abbia rimosso limiti che fino a poco fa sembravano invalicabili. In pratica, è stato tolto il vincolo del nuovo indebitamento: via i vincoli di bilancio, e nuove possibilità di debito per gli Stati membri, purché legate alla difesa.
In passato, ogni tentativo di riforma delle pensioni è stato bloccato proprio dai vincoli imposti dalla UE, con la classica risposta: “vietato spendere”. Ora, invece, viene da chiedersi: non sarà che questo cambio di rotta sul riarmo possa aprire la strada anche a una maggiore flessibilità per altri ambiti?
Pensioni con quota 41 per tutti possibile, senza vincoli di bilancio si può
Più che una constatazione, quella sull’allentamento dei vincoli europei appare come una speranza.
L’austerità imposta dall’Europa è nota a tutti. Anche il governo Meloni, con l’ultima Legge di Bilancio, ha mostrato i limiti imposti dalle scarse risorse. La riforma delle pensioni è stata dichiarata impossibile e perfino il taglio dell’IRPEF per il ceto medio è stato bloccato dalla mancanza di fondi.
E allora ci si chiede: perché oggi si trovano 800 miliardi per le armi?
Certo, si tratta di un progetto a lungo termine, volto a costruire un esercito europeo unificato. Un percorso complesso, che richiederà riforme negli eserciti nazionali e, probabilmente, modifiche costituzionali. Nel frattempo, però, gli Stati membri potranno indebitarsi di più per investimenti in armamenti.
Alla luce di tutto questo, viene naturale pensare che, forse, anche sulla riforma delle pensioni — magari con la prossima Legge di Bilancio — si possa introdurre un po’ di elasticità. Magari un via libera alla quota 41 per tutti.
I vincoli di bilancio possono essere superati per le emergenze?
Se i vincoli di bilancio si allentano in via straordinaria pensando alla Russia e a un ipotetico attacco futuro ad altri Paesi europei dopo l’Ucraina (al momento solo un allarme teorico), o semplicemente perché Donald Trump ha detto che gli USA potrebbero abbandonare i patti di difesa dell’Occidente se l’Europa non investe di più.
.allora perché non allentarli anche per la riforma delle pensioni, come la quota 41?
La nostra, per ora, è una provocazione. Anche perché della riforma delle pensioni non si parla più. Ma ciò che ha deciso la Commissione Europea dimostra chiaramente quanto sia possibile fare se si vuole.
Allentare i vincoli per la guerra può essere comprensibile, ma oggi c’è anche una guerra sociale in corso: troppi italiani a rischio povertà, troppi lavoratori che non riescono ad andare in pensione, a causa delle politiche restrittive della riforma Fornero, introdotte ai tempi del governo Monti.
Parlate di quota 41, ma sapete cosa ha fatto questo governo ha peggiorato la Fornero ,ha allungato le finestre per chi arriva a 43 anni di contributi,ha tagliato le pensioni a chi arriva a 43 anni di contributi ,infatti se te ne vai con 65 anni è 43 anni e 2 mesi di contributi nel 2025 ci sarà un taglio sulla pensione che può arrivare a 1000 euro al mese ,se te ne vai in pensione con 43 anni e 2 mesi , la liquidazione viene posticipata oltre i 2 anni è rischi di essere costretto a lavorare in pensione ,l’unica strada è continuare fino a 67 anni , hanno peggiorato la Fornero perché hanno innalzato l’età pensionabile a 67 anni ai dipendenti pubblici
Questo governo ci ha portati alla povertà, saremo costretti a lavorare in pensione perché l’assegno è tagliato dopo 43 anni di contributi è non sappiamo, se continuiamo a lavorare oltre i 67 anni che altro ci stanno preparando per farci crepare prima di lasciare il lavoro
Buonasera. Ma veramente la liquidazione per gli statali è sempre stata 2 anni dopo le dimissioni. Da sempre. l’unica cosa vera sono purtroppo le finestre. Dal 2026 dovrebbero essere 2 o 3 mesi in più e dal 2028 altri 2 mesi. Ma questa era già una proposta della Fornero. Difatti già da anni si parlava di aumentare ogni 2 anni la finestra. Difatti secondo molti è inutile parlare di finestre sarebbe meglio dire ” fate un anno in più e non esistono più le finestre”. Forse è meglio.