Con la pensione di ottobre è stato corrisposto anche un incremento del 2%. Si tratta di un acconto previsto fino a dicembre per la rivalutazione che avverrà nel 2023. L’accredito è avvenuto in automatico per tutti coloro che hanno un assegno inferiore a 2.692 euro.
Tuttavia, è possibile che qualche pensionato non abbia ricevuto l’aumento spettante, nonostante la sua pensione sia inferiore a tale soglia. Le ragioni possono essere svariate, compresi gli errori tecnici. Vediamo bene cosa potrebbe essere successo.
Pensione e rivalutazione, come verificare il diritto
La prima cosa da fare, quindi, non è quella di prendere subito d’assalto il Contact Center Inps o recarsi presso le sedi provinciali.
Capita spesso che si percepiscano due o più pensioni, erogate magari da enti pensionistici diversi. Ebbene, in questo caso, se la somma delle rendite è superiore alla soglia dei 35 mila euro, l’Inps non ha sbagliato. L’Istituto verifica sempre, attraverso il casellario centrale delle pensioni, tutte le prestazioni in pagamento.
Così come può succedere che il reddito della pensione non supera i 35 mila euro, ma poi vi sono altre fonti di reddito assoggettabili a Irpef che incidono su tale soglia. Anche in questo caso l’Inps si interfaccia coi dati presenti nell’anagrafe fiscale prima di erogare il bonus.
Cosa fare in caso di mancato pagamento
La prima cosa da fare, quindi, è verificare attentamente quali sono i propri redditi annuali. Cosa che si può fare tranquillamente controllando l’ultima dichiarazione dei redditi dal modello 730. Per farlo è necessario accedere al sito dell’Agenzia delle Entrate mediamente le proprie credenziali digitali e seguire le istruzioni presenti nel servizio dedicato.
Qualora il pensionato abbia diritto alla rivalutazione e non l’ha percepita potrà presentare, tramite il sito Inps.
In ogni caso, si ricorda che dal 1 gennaio 2023 tutte le pensioni saranno rivalutate in base ai dati dell’inflazione 2022. Per cui tutti riceveranno i relativi aumenti a partire da quella data.