Pensioni da restituire all’INPS, ecco cosa fare quando l’Istituto chiede la restituzione di somme indebite

Ecco i casi in cui ci si può difendere da richieste di somme da restituire a causa di indebiti per importi percepiti sulla pensione
6 mesi fa
2 minuti di lettura
Aumento pensioni: solo 1,80 euro di aumento, ma arriva l’idea di dare 100 euro in più ai pensionati
Foto © Licenza Creative Commons

Ti è arrivata una lettera dall’INPS in cui l’Istituto ti chiede di restituire dei soldi indebitamente percepiti? Bene, devi sapere che potresti anche non dover pagare. Infatti, non sempre la richiesta di restituzione di somme indebitamente percepite che l’INPS chiede ai contribuenti presuppone l’obbligo di pagamento. Vediamo ora le motivazioni che possono rendere l’indebito richiesto non dovuto.

“Buonasera, vi chiedo una cortesia. Dovete farmi capire perché l’INPS mi ha chiesto di restituire 800 euro sulla mia pensione di 600 euro al mese che percepisco da circa 10 anni.

Mi dicono che la mia pensione è stata ricalcolata d’ufficio e che avrei maturato dal 2022 al 2023 questi 800 euro da restituire. Mi domando: come mai tutto questo? E soprattutto, sono davvero tenuto a pagare visto che mi sembra una vera ingiustizia?”

Pensioni da Restituire all’INPS: Cosa Fare Quando l’Istituto Chiede la Restituzione di Somme Indebite

Quando si parla di somme indebitamente percepite da un pensionato con annessa richiesta di restituzione da parte dell’INPS, non si tratta di un evento raro. Anzi, il caso è piuttosto frequente e spesso riguarda non solo i pensionati ma anche i percettori di NASPI, sussidi e altre prestazioni erogate dall’INPS.

Una comunicazione di indebito è qualcosa che l’INPS invia frequentemente. Il destinatario, sulla carta, ha l’obbligo di restituire queste somme indebitamente percepite. L’INPS può scegliere di inviare un MAV (bollettino da pagare in un’unica soluzione) oppure informare che l’importo sarà trattenuto a rate sui ratei di pensione futuri.

Quali Somme può Chiedere l’INPS per Indebiti sulle Pensioni

Quando un pensionato riceve una comunicazione ufficiale dall’INPS, una delle prime domande che si pone è da cosa dipenda l’indebito e se la richiesta dell’INPS sia legittima o meno. Se le richieste di restituzione sono comuni, altrettanto frequenti sono questi dubbi.

Cerchiamo ora di dare una risposta a chi si trova in questa spiacevole situazione.

Non sempre la richiesta di restituzione delle somme indebitamente percepite è legittima. Prima di tutto, occorre capire da dove partano queste richieste dell’INPS. Può essere che l’INPS abbia ricalcolato automaticamente la pensione, senza che l’interessato abbia fatto nulla. Se la pensione liquidata ha somme aggiuntive collegate ai redditi del pensionato, potrebbe emergere un diverso importo della pensione spettante, con effetto retroattivo. Questo è il caso più frequente di indebito per un pensionato. Ad esempio, potrebbero esserci somme percepite a titolo di assegni familiari che effettivamente non spettavano, o somme a titolo di maggiorazioni, quattordicesima, e così via.

Spesso questa anomalia nasce dal fatto che il pensionato omette le dichiarazioni reddituali obbligatorie a cui è tenuto. Parliamo di pensionati che, pur non avendo l’obbligo di produrre la dichiarazione dei redditi all’Agenzia delle Entrate, devono invece produrre ogni febbraio il modello RED all’Istituto Previdenziale.

Le Banche Dati, l’Agenzia delle Entrate e le Pensioni: Ecco l’Incrocio

L’INPS ha a disposizione delle banche dati che può incrociare per verificare l’importo della pensione spettante. Può verificare, ad esempio, se il coniuge inserito come soggetto a carico sulla pensione, con assegni familiari corrisposti, ha superato i 2.840,51 euro di reddito proprio, che lo esclude dal carico fiscale. Oppure, se un pensionato con una parte della pensione collegata al reddito ha superato le soglie indicate nel modello 730 o nel modello Redditi all’Agenzia delle Entrate. In questi casi, a meno che non ci siano problemi sulle dichiarazioni reddituali, il pensionato deve assecondare l’INPS e pagare il dovuto.

Quando il Pensionato non Deve Pagare

Il Codice Civile, all’articolo 2033, cita espressamente che “chiunque abbia ricevuto un pagamento non dovuto deve restituirlo con gli interessi”.

In base a questo articolo, sembrerebbe non esserci alternativa al pagamento. Tuttavia, alcuni giudici, chiamati a intervenire in situazioni di questo genere dai pensionati colpiti dalla comunicazione di indebito, hanno interpretato in modo differente queste normative, creando precedenti utili ai pensionati per non dare seguito alla richiesta dell’INPS.

Se l’errore di calcolo della pensione è dell’INPS, le cose cambiano. Anche se l’indebito è legittimo, l’INPS può comunque chiedere la restituzione delle somme indebitamente percepite. Tuttavia, il pensionato può chiedere la cancellazione dell’indebito promuovendo un’azione legale. Il primo passo è verificare da dove scaturisca l’indebito e se quanto percepito in più dipenda da omesse dichiarazioni del pensionato o da errori di calcolo dell’Istituto.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Addio al bollo auto nel 2025, queste auto non lo pagheranno più ma non c'è una legge nuova, dipende dall'età del veicolo.
Articolo precedente

Bollo auto agosto 2024, sospensione feriale oppure si paga?

Codice della Strada
Articolo seguente

Nuovo codice della strada, a che punto siamo