Andare in pensione prima dei 60 anni dal 2023 potrebbe essere solo un ricordo. Il governo punta a eliminarle perché troppo costose e, soprattutto, perché diventate ormai un privilegio rispetto alla generalità dei lavoratori.
Inoltre, sono restati in pochi coloro che possono andare in pensione prima dei 60 anni. Si tratta dei militari e appartenenti alle forze dell’ordine (pensioni di anzianità), oltre a tutte le lavoratrici che possono beneficiare di Opzione Donna.
Opzione Donna verso il tramonto
Non è quindi mistero che con la riforma pensioni Opzione Donna possa cambiare pelle.
Del resto, nonostante il meccanismo di pensionamento anticipato preveda un rigoroso taglio agli assegni, la “giovane età” di uscita dal lavoro delle lavoratrici comporta pur sempre un impegno finanziario importante e duraturo per lo Stato.
Più precisamente, a fronte di un allungamento della speranza di vita, andare in pensione a 58 anni è troppo oneroso. E il fatto di tutelare maggiormente le donne non è giustificabile con una divario anagrafico di ben 5 anni con i lavoratori maschi che possono accedere alla pensione anticipata (Ape Sociale) solo a partire dai 63 anni di età.
Addio alle pensioni di anzianità per i militari
Ma al Ministero del Lavoro si sta lavorando anche alle pensioni di anzianità dei militari, finora viste come intoccabili. Draghi vorrebbe rivedere anche queste, diventate ormai una eccezione, non solo in Italia, ma anche nel panorama europeo.
Tutti gli Stati hanno ormai recepito il principio che aggancia l’età pensionabile alla speranza di vita ad eccezione di quelle dei militari italiani. La riforma Fornero del 2012 le aveva preservate, ma oggi, a distanza di dieci anni, non c’è più motivo di conservare detti “privilegi”.
Così, come trapela dai piani del governo, le pensioni di anzianità del personale militare a 58 anni (con 35 di contributi), potrebbero vedere la fine dal 2023.