Pensioni di vecchiaia oggi: età, requisiti e alcuni vincoli poco conosciuti

Sicuri di conoscere tutto sulle pensioni di vecchiaia oggi? Ecco alcuni aspetti da considerare tra minimale contributivo e pensione minima.
3 giorni fa
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pensione di vecchiaia oggi
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Quando un lavoratore arriva ad una certa età deve poter andare in pensione. E il sistema previdenziale italiano prevede proprio questo. Infatti un lavoratore a 67 anni di età entra nel perimetro del fine lavoro. A 67 anni deve andare in pensione. Ma come funziona la pensione di vecchiaia oggi? La domanda può sembrare inutile, ma invece apre a diverse cose da dire. perché a 67 anni è la soglia delle pensioni di vecchiaia oggi. Ma ci sono anche alcuni altri requisiti da rispettare, che cambiano in base alla tipologia di contribuente, e ci sono anche diversi paletti ulteriori.

“Buonasera, sto per compiere 67 anni di età.

Non ho ancora controllato bene la mia situazione contributiva. Credo di aver raggiunto già i 20 anni minimi richiesti. Però sento parlare di importo minimo della pensione altrimenti tutto slitta a 71 anni. Come funziona nello specifico la pensione di vecchiaia oggi?”

Pensioni di vecchiaia oggi: età, requisiti e alcuni vincoli poco conosciuti

Sulla pensione di vecchiaia e sull’età pensionabile della pensione di vecchiaia le certezze almeno fino al 2026 sono tante. Infatti pare che non ci siano dubbi sul fatto che la pensione di vecchiaia oggi si centra con 67 anni di età e 20 anni di versamenti. E sarà così fino al 2026. Dal 2027 invece i dubbi sono tanti. Infatti è di stretta attualità l’esito dello studio ISTAT sull’aspettativa di vita che, salendo come sta facendo in questi ultimi anni (nel biennio 2023/2’24 rispetto al biennio 2022/2023), produrrà 3 mesi in più dal 2027. Un incremento dei requisiti anagrafici che però il governo ha il potere di sterilizzare, come si dice in questi casi.

Ed almeno stando alle esternazioni di alcuni esponenti della maggioranza. pare che l’attuale esecutivo sia indirizzato verso questa strada.

Pensione e minimale contributivo, attenti ai conti

Ma tornando alla pensione di vecchiaia oggi, come detto età e contributi sono fissi. Attenti però. Infatti è vero che non ci sono altri requisiti particolari da centrare se escludiamo il fatto che bisogna vedere se il contribuente che ha esattamente 20 anni di lavoro alle spalle, ha versamenti che coprono effettivamente 52 settimane di contributi per ognuno dei 20 anni. Infatti bisogna considerare il minimale contributivo. Ovvero la soglia minima di contribuzione versata affinché un anno di contributi possa essere considerato come coperto interamente dai versamenti e quindi valido per la pensione. Il limite di retribuzione settimanale da rispettare per garantirsi l’accredito dei contributi utili alla pensione infatti è pari al 40% del trattamento minimo di pensione. Un trattamento minimo che per esempio nel 2024 era pari a 598,61 euro e che pertanto porta la retribuzione settimanale da rispettare a 239,44 euro. In parole povere, chi ha preso una retribuzione inferiore a questa soglia in una settimana del 2024, potrebbe trovarsi con meno di 52 settimane di versamenti utili alla pensione.

Per i contributivi puri la pensione di vecchiaia oggi ha un limite in più

Ma c’è un vincolo che bisogna rispettare se l’interessato, ovvero il contribuente che compie 67 anni di età, ha iniziato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995.

In questo caso, a prescindere dal minimale ed anche se ha completato effettivamente i 20 anni di versamenti e tutti utili alla pensione, il suo trattamento non può essere nel 2025 più basso dell’Assegno Sociale. Sulle pensioni di vecchiaia oggi, per i contributivi puri, vige il vincolo di 538,69 euro al mese di pensione. Perché questo è l’importo dell’Assegno Sociale 2025. E chi a conti fatti arriva a prendere una pensione di vecchiaia più bassa, non ha diritto alla prestazione. E va ricordato che per i lavoratori con versamenti solo nel sistema contributivo, le prestazioni non prevedono maggiorazioni e integrazioni. La pensione di vecchiaia oggi è calcolata per loro interamente in base al montante contributivo. prima rivalutato al tasso di inflazione e poi moltiplicato per il coefficiente di trasformazione che a 67 anni è pari a 5.608%. Per esempio, chi ha avuto uno stipendio medio annuale per 20 anni di versamenti, sotto i 18.000 euro, rischia di non poter andare in pensione. Il suo montante (il 33% all’anno dello stipendio è ciò che finisce nel montante), genera infatti una pensione inferiore a 520 euro al mese.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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