Tutto pronto per il pagamento dei conguagli sull’inflazione 2022 sulle pensioni. Il governo, con il decreto legge n. 145/2023 ha stabilito il recupero anticipato del conguaglio della rivalutazione sugli assgeni che normalmente avviene a gennaio dell’anno successivo. A dicembre, pertanto, i pensionati riceveranno gli importi della pensione aggiornati più gli arretrati di tutto l’anno.
Quindi con l’ultimo rateo di pensione 2023 i pensionati riceveranno, oltre alla tredicesima, anche l’aumento dello 0,8% che colma la differenza tra quanto già anticipato e quanto ancora da saldare a titolo definitivo.
Conguagli 2023 sulle pensioni in arrivo a dicembre
Nel complesso la rivalutazione annuale delle pensioni avviene sempre in due fasi. In gergo si chiama perequazione automatica e interviene su disposizione del Mef mediante apposito decreto. La differenza dello 0,8% sul recupero dell’inflazione sarà corrisposta in un’unica soluzione a dicembre a tutti i titolari di pensione, tenuto conto delle nuove fasce di rivalutazione approvate con la legge di bilancio 2023.
Quest’anno, data la difficilissima situazione economica causata dall’impennata dei prezzi dei beni di prima necessità ed energia, il governo ha deciso di anticipare i pagamenti. Anche per sostenere i redditi più bassi e i consumi durante il periodo natalizio che si prevede nero per il commercio nazionale.
Quindi, si anticipa di un mese una spesa obbligata e non ancora stanziata a bilancio utilizzando risparmi di spesa realizzati nel corso del 2023. Anche perché, in questo modo la misura non rientra nei conteggi della nuova manovra finanziaria per il 2024 in discussione in Parlamento, ma avviene per decreto. Ma soprattutto l’erario incasserà le relative trattenute Irpef entro la fine dell’anno con competenza fiscale 2023.
Aumenti non uguali per tutti
Detto questo, l’aumento dello 0,8% sarà retroattivo e riguarderà tutte le pensioni in pagamento. Quindi a tutti spetterà anche la corresponsione degli arretrati a partire dal mese di gennaio 2023, inclusa la tredicesima mensilità. Per una pensione di 1.500 euro al mese, ad esempio, si tratterà di circa 12 euro in più al mese (156 euro all’anno).
Da ricordare che la misura del conguaglio non sarà uguale per tutti. Come previsto dalla legge di bilancio 2023, la rivalutazione degli assegni avviene sulla base di sei nuove fasce di reddito di pensione che sono:
- 100% fino a 4 volte il trattamento minimo
- 85% da 4 a 5 volte il trattamento minimo
- 53% da 5 a 6 volte il trattamento minimo
- 47% da 6 a 8 volte il trattamento minimo
- 37% da 8 a 10 volte il trattamento minimo
- 32% oltre le 10 volte il trattamento minimo
Per cui, solo che percepisce fino a 2.100 euro al mese di pensione godrà dell’incremento pieno dello 0,8% per il 2023. Coloro che superano tale soglia, invece, si vedranno calcolare una cifra inferiore, commisurata all’importo della rendita annuale, come da schema sopra riportato. Eì evidente che coloro che percepiscono assegni da 5.250 euro al mese riceveranno solo un terzo dell’aumento previsto per il conguaglio 2023.
La base di calcolo è riferita all’importo del trattamento minimo del 2022 (525,38 euro), per cui l’intera operazione di conguaglio sarà commisurata , come avvenuto per la prima rivalutazione delle pensioni nel corso del 2023, sulle pensioni del 2022.
Riassumendo…
- In arrivo a dicembre i conguagli sulle pensioni in base ai dati definitivo dell’inflazione 2022.
- L’aumento darà dello 0,8% della pensione 2022, comprensivo di arretrati.
- Gli aumenti sono tarati in base a sei fasce di rivalutazione in base al reddito.
- Solo chi percepisce fino a 2.100 euro di pensione riceverà il conguaglio in misura piena.