Pensioni e aspettativa di vita, novità dalla manovra, salta lo stop fino al 2026

Cambiano i requisiti per le pensioni nel 2025, la bozza della manovra scongela l'adeguamento alla speranza di vita per le pensioni anticipate originariamente bloccate fino al 2026.
1 anno fa
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Le pensioni sono collegate alla vita media della popolazione. Infatti salendo l’aspettativa di vita secondo i dati dell’ISTAT, salgono in genere i requisiti per andare in pensione. Si tratta del meccanismo che anno dopo anno ha prodotto l’arrivo alle soglie odierne sia di età pensionabile per le pensioni di vecchiaia, che dei requisiti contributivi per le pensioni anticipate. Questo è il meccanismo che rende difficile programmare una pensione con largo anticipo in Italia. Infatti per chi per esempio crede di arrivare ai 42 anni e 10 mesi di contributi nel 2030, non è detto che questa soglia basti per lasciare il lavoro senza limiti di età.

I contributi che oggi bastano, forse non basteranno in futuro. E tutto dipende proprio dall’adeguamento delle pensioni alla stima di vita degli italiani. E proprio un articolo della legge di Bilancio 2024, rischia di peggiorare la situazione per molti lavoratori.

“Buonasera, sono Guglielmo e sono un operaio di fabbrica di 60 anni. Sono rimasto deluso dalla legge di Bilancio perché credevo che potesse essere la volta buona per la quota 41 per tutti. Io completo ben 41 anni di contributi nel 2024. A marzo 2024 se non sbaglio, e sono quasi tutti contributi in fabbrica. Contavo sulla promessa di Salvini e invece nulla. Dovrò lavorare ancora ed arrivare ai 42 anni e 10 mesi di contributi. Secondo voi andrò finalmente in pensione a gennaio 2026? Almeno la sicurezza della pensione anticipata c’è?”

Pensioni e aspettativa di vita, novità dalla manovra, salta lo stop fino al 2026

Se avessimo risposto al quesito del nostro lettore qualche settimana fa gli avremmo sicuramente detto che per lui effettivamente la pensione scattava a gennaio 2026, anche se con tre mesi di attesa per il primo rateo. Perché in base ai dettami del decreto n° 4 del 2019, i requisiti per la pensione anticipata sono stati congelati fino al 31 dicembre 2026. Fu il decreto che tra l’altro produsse il reddito di cittadinanza, la quota 100 e la pace contributiva, a fermare l’aumento dei requisiti per la pensione anticipata fino al 31 dicembre 2026.

Erano i tempi del primo governo del Presidente Giuseppe Conte, quello con Lega e Movimento 5 Stelle al governo e con Matteo Salvini e Luigi Di Maio Vicepremier. La certezza dei requisiti per le anticipate però adesso rischia di venire meno. La bozza della legge di Bilancio infatti rischia di stravolgere questa sicurezza. Rendendo complicato prevedere la data di pensionamento anche per chi conta di uscire nel 2025.

Ecco cosa fa la nuova legge di Bilancio per le aspettative di vita

La nuova legge di Bilancio, per lo meno nella sua bozza, cita il decreto n° 4 del 2019 nel suo articolo n°32. E lo corregge in maniera netta. Nell’articolo n° 32 della bozza della manovra si parla di aspettativa di vita e lo stop agli adeguamenti che era stato introdotto con il famoso “decretone“, adesso viene anticipato come scadenza. Infatti si legge che la parola fino al “31 dicembre 2026” viene adesso sostituita da quella fino al “31 dicembre 2024”. Significa che lo stop all’adeguamento delle pensioni anticipate ai ritmi delle aspettative di vita della popolazione, resta congelato ma solo fino al termine del 2024. Significa che gli scatti di adeguamento potrebbero arrivare, salvo ulteriori sorprese, già per le pensioni anticipata dal 1° gennaio 2025. E se si ipotizzava un incremento tra i 2 ed i 3 mesi per il biennio 2027-2028, adesso bisogna passare alla previsione degli stessi aumenti per il biennio 2025-2026.

Pensioni anticipate biennio 2025-2026, cosa accadrà adesso?

In termini pratici, probabilmente per andare in pensione nel 2025 e nel 2026 non saranno sufficienti i requisiti di oggi. Probabilmente l’età pensionabile per le pensioni di vecchiaia passerà a 67 anni e 2 o 3 mesi. Per le pensioni anticipate di cui ci chiede conferma il nostro lettore del quesito sopra riportato invece, si passerà a 43 anni ed un mese (o 43 anni esatti) per gli uomini.

E resterà sempre l’agevolazione di un anno per le donne. Stando a questo nuovo ed ipotetico scenario dal 2025, il nostro lettore dovrebbe poter andare in pensione non più a gennaio 2026, ma a marzo o ad aprile. E sempre aspettando 3 mesi dalla data di maturazione dei requisiti per prendere il primo rateo di pensione.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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