Pensioni a rischio senza figli, spunta la tassa sul celibato che fa discutere

In Italia si fanno pochi figli e la crisi demografica mina la tenuta delle pensioni. Qualcuno pensa di tassare i single come ai tempi di Mussolini.
3 anni fa
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Le pensioni degli italiani sono sempre più a rischio. La crisi demografica sta minando da decenni la base su cui si regge un sistema pensionistico molto oneroso e precario. Il problema è ormai lampante: diminuiscono i lavoratori e aumentano i pensionati.

Ma del resto, in un Paese dove oggi fra le coppie e i single sono presenti più cani che figli non c’è da meravigliarsi se siamo finiti in profonda decadenza sociale e le pensioni rischiano di saltare.

Senza figli pensioni a rischio

L’Istat ci dice che l’andamento del saldo demografico è negativo da decenni.

Le nascite sono calate dalle 900.000 unità di inizio anni Settanta a poco più di mezzo milione tra la fine degli anni Ottanta e l’ultimo decennio. Sino alla drammatica discesa sotto le 400.000 unità nel 2021. E da 30 anni il saldo demografico è divenuto negativo, solo parzialmente compensato dai flussi migratori.

Il picco (negativo) è previsto fra 10 anni quando andranno in pensione tutti i baby boomers degli anni 60-70 e le prospettive sulla tenuta del sistema pensionistico sono preoccupanti. La forza lavoro è prevista in forte diminuzione e le aspettative di vita, per converso, in crescita. Tradotto, bisognerà spendere più soldi per le pensioni e ci saranno sempre meno contributori in età attiva.

Facile prevede che il divario non potrà che essere contenuto solo con un taglio delle pensioni e con maggiore imposizione fiscale per sostenere la spesa pensionistica.

Ripristinare la tassa sul celibato

Come fare allora per evitare il peggio? Una idea sarebbe quella di ripristinare la tassa sul celibato, come avanzato qualche anno fa da alcuni studiosi accademici di politiche sociali. Introdotta dal regime fascista nel 1927 con lo scopo di favorire le nascite di figli e aumentare la popolazione per il perseguimento degli obiettivi di grandezza nazionale, potrebbe tornare di attualità.

La tassa restò in vigore fino alla caduta di Mussolini nel 1943 ma non fece in tempo a produrre gli effetti desiderati per via dello scoppio della seconda guerra mondiale.

E per il fatto che i single erano pochi e l’imposta colpiva solo gli uomini.

Ma oggi, dove i single in Italia sono numerosissimi, una tassa sul celibato e nubilato potrebbe dare quella svolta che tanto manca da decenni al nostro Paese. Un Paese – lo ricordiamo – molto vecchio, con il più basso tasso di fertilità in Europa e con seri problemi di crescita economica e sociale.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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