I veri deboli oggi non sono tutti i percettori del reddito di cittadinanza. I veri deboli sono i pensionati che non riescono più ad arrivare a fine mese.
E’ giusto continuare a tenere in piedi il sussidio voluto dai penta stellati (M5s) quando, invece, ci sono categorie di pensionati che, dopo aver lavorato una vita intera, sono costretti a vivere con un assegno mensile ben sotto la soglia di povertà?
Se poi a ciò si aggiunge un tasso di inflazione giunto alle stelle che non mostra segni di discesa, la situazione diventa ancor più preoccupante.
L’aumento pensioni chiede un sacrificio al reddito di cittadinanza
Ecco che arriva la proposta. Ad avanzarla è il coordinatore di Fi Antonio Tajani. Occorre trovare le risorse per dare un aiuto concreto (e non momentaneo) ai pensionati.
Soldi che potrebbero arrivare con un taglio del reddito di cittadinanza di almeno 10 miliardi di euro. La direzione sa seguire, per Tajani, è un cambio di rotta. Quindi, modificare la strategia di sostegno alle fasce della popolazione più debole.
Non si può pensare di dare il reddito di cittadinanza ad un ventenne (nel pieno della forza lavoro) e lasciare con una misera pensione un ottantenne.
il reddito di cittadinanza che di principio poteva essere giusto si è trasformato in sostegno a tante persone che non hanno bisogno di aiuto. Bisogna ridisegnare la politica di assistenza ai più deboli tra cui ci sono i pensionati. Perché dare più soldi a un giovanotto di 20 anni e non aumentare la pensione a un 80enne che ha lavorato tutta la vita?”
Queste le parole con cui si è espresso il coordinatore Tajani, nel corso di un’intervista in diretta a ‘”Mezz’ora in più“.
Ad ogni modo che ne sarà del reddito di cittadinanza lo sapremo solo dopo il 25 settembre 2022. Data in cui anderemo alle urne per scegliere il nuovo Parlamento.