Pensioni, ecco come scala l’età di uscita in base ai figli per chi ha già questo diritto e per chi lo deve richiedere

Pensioni, ecco come funziona lo sconto sui figli avuti anche per chi sceglie la via del computo nella Gestione Separata.
1 mese fa
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Esiste una pensione chiamata “anticipata contributiva” riservata a coloro che hanno ricevuto il primo accredito contributivo, per qualsiasi titolo, dopo il 31 dicembre 1995. Questo significa che l’estratto conto dei contributi versati per i periodi precedenti deve essere vuoto. Questa misura presenta un vantaggio significativo, poiché consente di andare in pensione tre anni prima rispetto ai requisiti ordinari. Il vantaggio diventa ancora maggiore se il richiedente è una donna che ha avuto più figli.

Una nostra lettrice ci ha permesso di approfondire questo tipo di agevolazione, poiché l’età di uscita può essere ridotta in base al numero di figli avuti.

Questa possibilità, come detto, riguarda coloro che rientrano interamente nel sistema contributivo. Ma può estendersi anche a chi sceglie il calcolo contributivo, accettando una riduzione dell’importo della pensione.

“Buongiorno, sono Piera e avrei bisogno di un consiglio. Vi spiego la mia situazione. Lavoro nel settore privato, ho 25 anni di contributi e ho 62 anni (ne compirò 63 a novembre). Sono madre di 4 figli e il mio primo contributo risale al 1990. Sono iscritta alla Gestione Separata con 8 mesi di versamenti in questo fondo. Vorrei sapere se, come penso, scegliendo il computo nella Gestione Separata potrei avere diritto alla pensione a 63 anni, grazie all’anno di abbuono per i miei figli, anche se non sono una contributiva pura. Inoltre, vorrei capire se perderei qualcosa sulla pensione anticipando l’uscita.”

Pensioni: come si riduce l’età di uscita in base ai figli per chi ha già diritto e per chi lo deve richiedere

Il quesito della nostra lettrice è molto dettagliato e tocca vari aspetti, dal computo nella Gestione Separata alla pensione anticipata contributiva, fino alla riduzione dell’età pensionabile per via delle maternità.

Tutti questi elementi sono collegati, poiché per i contribuenti nel sistema contributivo c’è la possibilità di andare in pensione a 64 anni di età con 20 anni di contributi.

E di anticipare ulteriormente l’uscita di 4 mesi per ogni figlio, fino a un massimo di 12 mesi. Dato che chi sceglie il computo nella Gestione Separata acquisisce tutti i vantaggi e gli svantaggi del sistema contributivo. Le stesse regole si applicano anche in questo caso.

In pratica, chi ha almeno un versamento nella Gestione Separata può adottare la soluzione del computo. Che, spiegata in termini pratici, può offrire a chi ha iniziato a versare contributi prima del 1996 lo stesso trattamento riservato a chi ha iniziato a farlo dopo, con tutti i relativi vantaggi e svantaggi.

Gestione Separata: vantaggi e svantaggi del computo

Partiamo dalle cattive notizie. Chi sceglie la via del computo nella Gestione Separata accetta che la propria pensione sia calcolata con il sistema contributivo, notoriamente penalizzante. Tuttavia, per lavoratori con 20, 25 o poco più anni di contributi, la riduzione non è così pesante come potrebbe essere per chi ha una carriera molto più lunga e vanta già 18 anni di versamenti al 31 dicembre 1995. In quest’ultimo caso, avendo diritto al calcolo retributivo fino al 2012, optare per il sistema contributivo totale potrebbe significare una perdita fino al 30% della pensione teoricamente spettante.

Tuttavia, ci sono notevoli vantaggi. Per esempio, esiste la possibilità di accedere alla pensione anticipata contributiva a 64 anni con almeno 20 anni di contributi. Una misura non disponibile per chi ha iniziato la carriera prima del 1996 e non sfrutta l’opzione contributiva. Inoltre, per le lavoratrici madri nel sistema contributivo, vale lo sconto di 4 mesi per ogni figlio. Fino a un massimo di 12 mesi, portando l’età di uscita potenziale a 63 anni invece che a 64.

Va però considerato che, per accedere alla pensione anticipata contributiva, è necessario che l’importo della pensione raggiunga almeno 2,6 volte l’assegno sociale, se si hanno almeno 2 figli. Chi ha avuto solo un figlio deve raggiungere un trattamento pari ad almeno 2,8 volte l’assegno sociale.

Mentre chi non ha figli deve raggiungere un importo pari a 3 volte l’assegno sociale.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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