Pensioni: ecco i 4 fattori più strani che fanno perdere la pensione anticipata, rimandandola di anni

La pensione anticipata e le soluzioni che permettono di andare in pensione, ma occhio alle 4 particolarità che fanno perdere il diritto.
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La pensione anticipata e le soluzioni che permettono di andare in pensione, ma occhio alle 4 particolarità che fanno perdere il diritto.
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Quando è il momento di andare in pensione, un lavoratore non fa altro che verificare se ha raggiunto i requisiti utili per la misura che ha scelto come idonea al suo pensionamento. Quindi controlla i contributi versati e l’età anagrafica raggiunta. Tutto così semplice? Niente affatto. In realtà, non c’è misura pensionistica che non preveda requisiti ulteriori rispetto ai soliti due. Questo vale sia per la pensione anticipata che per le pensioni di vecchiaia.

Alla luce di questi ulteriori requisiti, possono emergere impedimenti che costringono un lavoratore a rimandare l’uscita di diversi anni.

Oggi vediamo quali sono i quattro fattori più insoliti che possono impedire a un lavoratore di andare in pensione, come invece immaginava di poter fare.

Pensioni: ecco i 4 fattori più strani che fanno perdere la pensione anticipata, rimandandola di anni

La pensione di vecchiaia, come la pensione anticipata ordinaria, può sembrare semplice da ottenere. Infatti, la misura si completa quando l’interessato raggiunge 67 anni di età e 20 anni di contributi versati. I contributi possono essere versati in qualsiasi forma, senza particolari problemi. Tuttavia, va detto che chi non ha contributi versati prima del 1996, per andare in pensione a 67 anni con la pensione di vecchiaia ordinaria, deve aver raggiunto un importo minimo della prestazione, pari almeno all’assegno sociale in vigore nell’anno di uscita.

Basta anche un solo euro in meno rispetto a questa soglia e l’interessato non potrà andare in pensione con questa misura. Sembra impossibile ottenere una pensione con 20 anni di contributi inferiore all’assegno sociale, che è l’importo percepito da chi non ha contributi.

Tuttavia, nel sistema pensionistico può accadere che una pensione calcolata con il metodo contributivo scenda sotto questa soglia, poiché non sono previste integrazioni al minimo o maggiorazioni sociali.

In questi casi, l’interessato deve continuare a lavorare e versare altri contributi per raggiungere l’importo soglia previsto negli anni successivi.

In ultima istanza, potrà andare in pensione a 71 anni con solo cinque anni di contributi versati, quando l’importo soglia della prestazione non sarà più necessario.

Non tutti possono andare in pensione a 71 anni: ecco alcuni vincoli spesso sconosciuti

A 71 anni si può accedere alla pensione con soli cinque anni di contributi, senza limiti di importo. Quindi, chi non ha raggiunto i 20 anni di contributi a 67 anni potrebbe comunque andare in pensione a 71 anni. Anche in questo caso, però, bisogna fare una precisazione.

La pensione di vecchiaia a 71 anni non è per tutti i lavoratori, ma solo per i contributivi puri. Questo significa che anche un solo contributo versato prima del 1996 impedisce l’accesso alla pensione a 71 anni. La misura si rivolge esclusivamente a chi ha tutti i contributi versati, che siano 5, 10 o 15 anni, successivi al 31 dicembre 1995.

Pensioni anticipate e quota 41 per i precoci: i 35 anni effettivi e cosa sono

La pensione senza limiti di età è possibile grazie a misure come la quota 41 per i lavoratori precoci e la pensione anticipata ordinaria. Queste misure richiedono solo il soddisfacimento del requisito contributivo. Non essendoci un requisito anagrafico, è possibile uscire dal lavoro a qualsiasi età, purché si abbiano 41 anni di contributi per la quota 41 o 42 anni e 10 mesi per la pensione anticipata ordinaria. Per le donne, il requisito è ridotto a 41 anni e 10 mesi di contributi.

Tuttavia, sia la pensione anticipata ordinaria che la quota 41 per i precoci richiedono anche un vincolo relativo alla contribuzione effettiva. Infatti, sono necessari 35 anni di contributi “effettivi”, senza considerare i contributi figurativi per disoccupazione indennizzata dall’INPS o per malattia.

Per poter accedere alla quota 41 per i precoci, anche se si hanno i 41 anni di contributi e i 12 mesi di contributi prima dei 19 anni, è comunque necessario raggiungere i 35 anni effettivi.

In mancanza di questo requisito, anche se mancano solo pochi mesi, la pensione non può essere concessa. Lo stesso vale per la pensione anticipata ordinaria.

Non basta essere un contributivo puro per andare in pensione a 64 anni

Tra le misure più favorevoli per il pensionamento anticipato vi è senza dubbio la pensione anticipata contributiva. Come suggerisce il nome, questa misura riguarda esclusivamente i contributivi puri, ovvero coloro che hanno iniziato a versare contributi dopo il 31 dicembre 1995. Con questa misura, è possibile andare in pensione a 64 anni con 20 anni di contributi versati. Tuttavia, c’è un’importante precisazione da fare.

Per accedere a questa misura, oltre a raggiungere i 64 anni e i 20 anni di contributi, e oltre a essere un contributivo puro, è necessario che l’importo della pensione superi una certa soglia minima.

Se la pensione calcolata dall’INPS con questa misura è inferiore a tre volte l’assegno sociale, il lavoratore non potrà accedere alla pensione. Questo vincolo si applica sia agli uomini che alle donne senza figli.

Per le donne con figli, il requisito è leggermente più favorevole: possono accedere alla pensione anticipata contributiva con un importo pari a 2,8 volte l’assegno sociale se hanno un figlio, o 2,6 volte l’assegno sociale se hanno più figli.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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