Ogni volta che un pensionato si accorge di aver ricevuto una pensione più bassa rispetto a quella a cui avrebbe diritto, può presentare una nuova istanza all’INPS per il ricalcolo della prestazione. Se dal ricalcolo emerge che il pensionato aveva diritto a un importo superiore, la pensione sarà adeguata di conseguenza. Ma che succede alle mensilità di pensione precedenti? È possibile che il pensionato avesse diritto a una pensione più alta anche per periodi passati. In questi casi, si possono richiedere gli arretrati.
È importante, però, sapere esattamente cosa fare e per quanto tempo è possibile esercitare questo diritto.
“Buonasera, sono Renato, un pensionato di 70 anni che a gennaio ha presentato domanda di ricostituzione della pensione perché l’INPS non mi corrispondeva gli assegni familiari per mia moglie, casalinga, non pensionata e a mio carico praticamente da sempre. Mi sono accorto di questa mancanza nel mio cedolino di pensione e, effettivamente, l’INPS mi ha riconosciuto 20 euro in più al mese. A maggio ho ricevuto anche gli arretrati di gennaio, febbraio e marzo e ora continuo a percepire l’assegno. Il problema è che, escluso il primo anno di pensione, durante il quale ricevevo l’assegno, non l’ho percepito per due anni. Posso recuperarlo adesso?”
Pensioni: ecco quando il pensionato ha diritto agli arretrati
Gli assegni familiari rappresentano una prestazione aggiuntiva sulla pensione erogata dall’INPS a un contribuente. Come le maggiorazioni sociali, la quattordicesima e altre somme aggiuntive, anche gli assegni familiari sono soggetti a verifica annuale, poiché un pensionato può avere diritto a somme aggiuntive sulla pensione.
La pensione, di solito, viene calcolata sulla base dei contributi versati ed è un importo quasi fisso, rivalutato ogni anno in base al tasso di inflazione. Le somme aggiuntive, invece, sono soggette a conferma annuale, e lo stesso vale per gli assegni familiari.
Un pensionato che, al momento della domanda, ottiene queste somme aggiuntive, può credere che gli spettino automaticamente e in modo permanente, come la pensione stessa. Tuttavia, questa convinzione può portare a ricevere per mesi importi di pensione inferiori rispetto a quelli dovuti. Questa situazione è risolvibile, non solo per i mesi futuri, ma anche per quelli passati.
Modello RED: tutto parte da qui
La conferma delle prestazioni aggiuntive sulla pensione, soggette a verifica annuale, richiede l’uso del modello RED da parte dei pensionati. È necessario partecipare alle campagne RED annuali, presentando quanto richiesto dall’INPS. Generalmente, queste campagne si svolgono a febbraio di ogni anno, e rappresentano il periodo utile per adempiere a questo obbligo.
Presentando il modello RED, si comunicano i redditi propri e del coniuge, consentendo all’INPS di verificare annualmente il diritto ai corretti importi pensionistici. Se il modello RED non si presenta entro i termini, e se non si risponde ai solleciti dell’INPS, le prestazioni possono essere revocate. Probabilmente, il nostro lettore ha omesso queste dichiarazioni. Non aggiornando la sua situazione, l’INPS ha dedotto che non aveva più il coniuge a carico.
Questo è il motivo per cui la prestazione è stata sospesa. Spesso, in assenza di dichiarazioni per un periodo prolungato, l’INPS sospende il pagamento di queste somme e può anche richiederne la restituzione se sono state percepite indebitamente. Sembra che questo non sia il caso del nostro lettore, anche se, mancando dettagli specifici, la nostra risposta deve essere considerata con cautela.
Con la ricostituzione della pensione si possono ottenere anche gli arretrati: ecco perché è possibile
Per ripristinare la prestazione venuta a mancare a causa delle problematiche di dichiarazione sopra menzionate, la domanda di ricostituzione della pensione, come intrapresa dal lettore, è la via canonica.
Dovrebbe invece considerare di procedere a ritroso, indicando in una nuova domanda di ricostituzione la situazione reddituale sua e del coniuge degli anni passati. In questo modo, se ne aveva diritto, potrà recuperare gli assegni familiari anche per i mesi precedenti. Infatti, per le somme di cui un contribuente è a credito con l’INPS, si possono richiedere arretrati fino a cinque anni indietro. Il nostro lettore, che ci ha riferito di avere due anni di arretrati di assegni familiari, potrà quindi ottenerli sotto forma di arretrato, con il primo rateo di pensione che l’INPS riterrà opportuno utilizzare.