Pensioni, età e contributi in aumento nel 2025? Ecco perché è possibile e come

Come cambieranno le pensioni di vecchiaia e le pensioni anticipate nel 2025, le ultime ipotesi sulle misure ordinarie per l'età e i contributi.
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3 mesi fa
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Secondo alcuni ben informati, che nel 2025 si possa salire come requisiti per le pensioni non è una cosa difficile da ipotizzare. Vuoi perché sono i diktat europei a determinare questa soluzione. ma vuoi anche perché effettivamente i soldi in cassa per lo Stato sono sempre pochi. E allora addio sogni di gloria e velleità che le pensioni tornino ad essere meno rigide di oggi. Addio al superamento della riforma Fornero. E dentro misure che anziché migliorare, finiscono con il peggiorare la situazione.


Età e contributi per le pensioni sono un argomento molto atteso da tanti lavoratori. Per esempio due nostri lettori, non hanno ancora ben chiaro, giustamente, se potranno andare in pensione nel 2025 o no. Eppure sono due lettori e lavoratori che ci chiedono di misure ordinarie e non di misure in deroga.

“Buonasera, ho una semplice domanda per voi. Io compio 67 anni a luglio 2025. Sono in Naspi e mi scade a marzo. Ho maturato già lo scorso febbraio 20 anni di contributi. Poi sono stato licenziato e adesso prendo la disoccupazione. Potrò andare in pensione vero? Lo chiedo perché sento che stanno per allungare a 25 anni i contributi che dovrebbero avere i lavoratori. Mi auguro che siano solo voci.”

“Gentili esperti, dal momento che a maggio 2025 mi troverò con 62 anni compiuti e con 42 anni e 10 mesi di contributi completati, mi sapete dire con certezza quando potrà andare in pensione? Consideravo settembre visto i 3 mesi di finestra dal raggiungimento dei requisiti. Ma non ne sono più sicuro. Sarà per caso vero che ci vorranno 7 mesi di attesa nel 2025, come sto leggendo su alcuni quotidiani?”

Pensioni, età e contributi in aumento nel 2025? Ecco perché è possibile e come

Purtroppo oggi siamo per davvero in una situazione piuttosto complicata dal punto di vista pensionistico. Oggi bisogna avere dubbi anche per le pensioni ordinarie e non solo per quelle in deroga.

Che un lavoratore sia confuso sulle possibilità di andare in pensione con quota 103, l’Ape sociale o opzione donna nel 2025, nulla da eccepire. Si tratta di pensioni in deroga ai requisiti ordinari. Pensioni che non è certo che valgano anche l’anno venturo visto che scadono tutte il 31 dicembre 2024. Significa che se il governo non provvede a rinnovarle nella manovra di fine anno, queste misure sono ingessate.
E lo stesso vale per quota 41 per tutti, o per la flessibilità dai 64 anni, cioè per misure che non sono ancora attive. E che ad oggi sono solo progetti ed ipotesi tra l’altro tutte ancora da mettere in piedi.
Purtroppo però la stessa confusione oggi regna anche sulle pensioni ordinarie. Sia per la pensione di vecchiaia che per la pensione anticipata ordinaria.

Dal CNEL la più rivoluzionaria ipotesi di riforma delle pensioni, dentro anche la pensione di vecchiaia?

I dubbi, le perplessità e le incertezze partono da una nuova proposta, o meglio, da una ipotesi che nasce da alcune indiscrezioni provenienti dal CNEL, che minano le sicurezze che fino a poco fa c’erano.
Il CNEL è un comitato di esperti che fu nominato da Renato Brunetta quando era Ministro del Governo Draghi. Un comitato che ha come compito quello di uscire con una proposta di riforma delle pensioni da proporre al governo affinché si arrivi a riformare il sistema pensionistico italiano. Bene, tra le varie proposte del CNEL c’è il fatto che si vorrebbe aprire ad una nuova misura di pensionamento, flessibile e dai 64 ai 72 anni di età. Non si sa se la misura sia da aggiungere alle ordinarie o se andrebbe a cancellare la pensione di vecchiaia. In quest’ultimo caso sarebbero guai. Perché è vero che si permette di andare in pensione prima, cioè a 64 anni. A prescindere dal fatto che l’anticipo sarebbe a carico del pensionato, che subirebbe la decurtazione della pensione in misura pari al 3,5% per ogni anno di anticipo rispetto ai 67 anni di età (la pensione di vecchiaia si centra oggi con 67 anni di età e 20 anni di contributi), ciò che finirebbe con il far discutere è un altro aspetto della misura.

Parliamo del fatto che non basterebbero più 20 anni di contributi, ma servirebbero 25 anni.

Anche le finestre per le pensioni anticipate ordinarie diventano variabili rispetto ad oggi

Se dare per certo che non si arriverà a pensioni di vecchiaia con 25 anni di contributi oggi non è una cosa sicura, per le pensioni anticipate non va meglio. La pensione anticipata ordinaria è l’altra misura pilastro del sistema insieme alla pensione di vecchiaia. Oggi si centra con 42 anni e 10 mesi di versamenti alla previdenza obbligatoria, se il richiedente è un uomo. Oppure si centra con 41 anni e 10 mesi di versamenti contributivi se il richiedente è una donna. Dal 2024 c’è da aspettare una finestra di 3 mesi per il primo rateo di pensione. Per il futuro, anche prossimo e quindi per il 2025 non è detto rimanga così. Perché anche in questo caso c’è la voce che si possa passare da 3 a 7 mesi di finestra. Voce non vuol dire certezza, perché restiamo alle semplici ipotesi. Ma come sempre se non si può dare per certa una cosa, non si può dare per certo il suo contrario.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

2 Comments

  1. La prima formulazione del CNEL era 25 anni di contributi O IN ALTERNATIVA 1,5 VOLTE L’ASSEGNO SOCIALE. Ci mancherebbe anche che uno non possa arrivare a 800 con meno di 25 anni! Cosa facciamo, mandiamo in pensione uno che ha pagato di meno per 25 anni di uno che ha pagato di più per 24? Siamo impazziti?

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