L’ingresso in scena di Carlo Cottarelli nella politica italiana da una parte ha sorpreso gli euroscettici, dall’altra non ha trovato lo stupore di chi aveva incluso l’ex commissario alla Spending Review dell’esecutivo Letta (2013, ndr) nel toto nomi di un eventuale governo del Presidente. Fino a venerdì, pochi ritenevano che gli sforzi di Movimento 5 Stelle e Lega Nord, tradotti in un contratto dove al centro c’erano gli interessi dei cittadini e nell’espressione del premier incaricato professor Giuseppe Conte, venissero vanificati nel no del presidente della Repubblica al nome di Paolo Savona nella squadra dei ministri in qualità di successore di Padoan.
Cosa pensa Cottarelli delle pensioni
Uno dei punti centrali del contratto firmato da Movimento 5 Stelle e Lega era il superamento della legge Fornero. Quota 100, quota 41, la proroga di Opzione Donna, la pensione di cittadinanza, tutte norme che avrebbero visto la luce qualora l’esecutivo fosse partito (anche se i più scettici ancora si domandano da dove avrebbero poi reperito le risorse le due forze politiche in questione). Svanito il sogno di formare lo storico governo giallo-verde, diventa un lontano ricordo anche la sostanziale modifica della riforma pensioni ipotizzata nell’ormai obsoleto contratto.
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Di recente, l’osservatorio sui conti pubblici dell’Università Cattolica di Milano guidato da Carlo Cottarelli ha fatto i conti in tasca all’Italia in materia previdenziale, sottolineando come il Bel Paese sia al secondo posto nella spesa per le pensioni, seconda sola alla Grecia. Allo Stato italiano pagare le pensioni dei cittadini costa circa il 15 per cento in rapporto al Pil, percentuale che sfiorerà il 19 per cento nel 2040.
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