Pensioni in anticipo, 6.000 euro per un anno di contributi ed esci prima dal lavoro

Riscatto dei contributi per andare in pensione: cosa cambia per i contribuenti che decidono di avvalersene per uscire prima dal lavoro
2 mesi fa
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pensione gestione separata
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Andare in pensione a volte può non essere così semplice. Basta che manchi un solo anno di contributi e, anche se si è raggiunta l’età giusta, la pensione può slittare, rendendola irraggiungibile. Tuttavia, esiste un’alternativa alla prosecuzione della carriera: una strada diversa che consente, a chi ne ha le possibilità economiche. Ovvero colmare il gap contributivo e maturare immediatamente il diritto alla pensione.

Questa possibilità implica, però, un esborso economico, poiché è necessario mettere mano al portafoglio. Infatti, esistono strumenti di riscatto che, dietro pagamento di un corrispettivo, possono permettere di raggiungere le soglie minime di contribuzione necessarie per accedere alle varie forme pensionistiche.

Ma quanto costa riscattare i contributi?

“Salve, ero interessato al riscatto dei contributi. Mi trovo con 39 anni di contributi e vorrei capire se, versando il riscatto della laurea, riesco a recuperare i 3 anni mancanti per arrivare ai 43 anni richiesti per la pensione ordinaria. Che ne dite, mi conviene? Secondo me sì, anche se sono consapevole che l’esborso non è minimo, anzi.”

Pensioni in anticipo: 6.000 euro per un anno di contributi per andare in pensione prima

Uno degli strumenti più utilizzati dai contribuenti per raggiungere i contributi necessari per una determinata pensione è il riscatto dei periodi non coperti da contribuzione. Trasformare periodi non utili dal punto di vista contributivo in periodi utili è una possibilità che molti contribuenti possono decidere di sfruttare.

Ad esempio, attualmente è attiva la “Pace Contributiva“, che consente a chi ha iniziato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995 di coprire con contributi i periodi completamente scoperti, sia da contribuzione effettiva che figurativa.

Un altro tipo di riscatto sempre disponibile è quello relativo al periodo di studio universitario, che non distingue tra chi ha iniziato a lavorare prima o dopo il 1995, sebbene per questi ultimi sia previsto un riscatto meno costoso. Il riscatto del corso di studio universitario può essere richiesto anche da chi ha iniziato a lavorare prima del 1996.

È fondamentale, tuttavia, che il periodo di studi universitari sia stato completato con il conseguimento del titolo di studio, poiché chi non ha ottenuto la laurea non può riscattare nulla.

Il riscatto della laurea: agevolato o ordinario, ecco come sfruttarlo al massimo

Il riscatto della laurea è uno strumento molto importante che può essere utile per ottenere una misura pensionistica che altrimenti potrebbe essere compromessa per carenza contributiva. In effetti, riscattando il periodo universitario, non si raggiunge solo il diritto alla pensione, ma si può anche aumentare l’importo della pensione stessa. Questo perché i contributi da riscatto sono utili sia per il diritto alla pensione sia per determinare l’importo della prestazione.

Pensioni e riscatto oneroso a carico del contribuente: ecco i calcoli

Il riscatto è sempre oneroso e comporta un costo che l’interessato deve sostenere per rendere utili ai fini pensionistici questi contributi. Il calcolo dell’onere da versare si basa sull’aliquota contributiva in vigore nel fondo a cui si richiede il riscatto.

Per esempio, per il Fondo Pensioni Lavoro Dipendente (INPS), l’aliquota vigente è del 33% e si calcola sulla retribuzione imponibile degli ultimi anni di carriera. Anche per il riscatto nel 2024, l’inflazione ha influito aumentando l’onere da versare.

Ad esempio, chi ha diritto al riscatto agevolato per periodi di studio post-1995 dovrà pagare oltre 6.000 euro per un anno di riscatto, una cifra notevolmente aumentata rispetto ai circa 5.800 euro del 2023. Il riscatto agevolato ha un costo fisso, mentre quello non agevolato è variabile, ma generalmente più oneroso.

Pensioni grazie al riscatto: come variano i costi

Abbiamo visto in precedenza il riscatto agevolato e il suo costo per chi ha periodi di studio successivi al 1995. Per chi, invece, ha periodi precedenti al 1995 o a cavallo tra i due sistemi, il calcolo cambia.

Come indicato sul sito dell’INPS, per i periodi da riscattare che ricadono nel sistema retributivo, si utilizza il metodo della riserva matematica. Con costi che variano in base all’età, al periodo da riscattare e alle retribuzioni percepite negli ultimi anni. Per i periodi contributivi, invece, si applica l’aliquota contributiva vigente nel fondo a cui si chiede il riscatto, prendendo a riferimento i 12 mesi di retribuzione imponibile più recenti.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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