Le pensioni di invalidità saranno aumentate. L’assegno di 285,66 euro previsto dalla legge per gli invalidi civili totali saranno innalzate a 514, 46 euro indipendentemente dall’età anagrafica.
A stabilirlo è un emendamento, a firma Fratelli d’Italia, inserito nel decreto Rilancio in fase di conversione in legge e in discussione alla Camera che recepisce la decisione della Corte Costituzionale in materia dello scorso 24 giugno 2020.
Pensioni invalidità raddoppiano a 514 euro
In buona sostanza, le attuali pensioni mensili spettanti agli invalidi civili totali sono troppo basse per i supremi giudici che hanno sentenziato come “insufficienti a garantire il soddisfacimento delle elementari esigenze di vita”.
L’emendamento di Fratelli d’Italia
Così, adesso la commissione Bilancio della Camera ha approvato un emendamento sottoscritto da tutti i capigruppo in commissione e a prima firma Giorgia Meloni, che crea un fondo ad hoc per gli aumenti degli assegni d’invalidità al 100%. A tal fine viene previsto un fondo con uno stanziamento di 46 milioni di euro per il 2020. Adesso il testo passerà all’esame dell’Aula, dove già lunedì dovrebbe arrivare la fiducia. L’aumento delle pensioni arriverebbe a 514 euro. “Grazie alla nostra insistenza – dice Meloni – tutte le forze politiche hanno accettato di sostenere e sottoscrivere il nostro emendamento per istituire un apposito fondo nel decreto Rilancio che il Governo dovrà utilizzare (e alimentare) per portare le pensioni degli invalidi totali ad almeno 514 euro.
L’attuale importo di pensione
Non è ancora chiaro quando entrerà in vigore la nuova normativa, ma è presumibile che gli aumenti scatteranno dal 1 agosto 2020. Non è previsto pagamento di arretrati poiché la decisione della Corte Costituzionale non ha effetto retroattivo. Finora l’assegno per gli invalidi civili totali è ammontato a 285,66 euro a condizione di possedere un reddito personale non superiore a 16.814,34 euro annui. L’importo sale fino a 516,46 euro al mese al compimento dei 60 anni in base alla legge numero 448 del 2011 (“incremento al milione”, riferito alle vecchie lire) sempre nei limiti di reddito personale stabiliti in euro 8.422,85 euro all’anno (14.396,72 euro se c’è anche il coniuge). Secondo quanto stabilito dai giudici della Corte Costituzionale, l’importo è troppo basso poiché i “mezzi necessari per vivere” violano il diritto riconosciuto dall’articolo 38 della Costituzione. La Corte ha quindi affermato che il cosiddetto “incremento al milione”, in base all’art. 12 della vecchia legge numero 118 del 1971, debba essere assicurato agli invalidi civili totali senza attendere il raggiungimento del sessantesimo anno di età. Pertanto agli invalidi civili totali che non possono procurarsi mezzi di sostentamento per vivere, lo Stato dovrà riconoscere loro un assegno mensile pari a 516,46 euro al mese anche prima del compimento del 60 esimo anni di età.