Pensioni in aumento nel 2024, ecco a chi spettano 260 euro in più

Ecco cosa succede alle pensioni con i nuovi scaglioni IRPEF: cosa cambia per gli importi degli assegni previdenziali e pensioni.
11 mesi fa
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260 euro in più sulle pensioni con la nuova IRPEF
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Anche i pensionati pagano le tasse. E dal momento che la pensione è una fonte di reddito, alla pari dello stipendio, anche i pensionati sono assoggettati all’IRPEF. La nuova legge di Bilancio ha prodotto novità sia per quanto concerne le pensioni che per quanto concerne l’IRPEF.

Infatti se è vero che ci sono diverse nuove misure pensionistiche appena varate, è altrettanto vero che ci sono sensibili novità per l’IRPEF. E cambiando l’Imposta sul reddito delle persone fisiche, cambiano anche le pensioni, perché le tasse incidono tra lordo e netto nel cedolino di ogni mese.

Un nostro lettore ci chiede cosa effettivamente succede alle pensioni nel 2024, ma dal punto di vista della nuova IRPEF.

Pensioni in aumento nel 2024, ecco a chi spettano 260 euro in più per via della nuova IRPEF

L’argomento è caldo, perché molti lavoratori e molti pensionati si chiedono cosa cambierà per loro in termini di IRPEF dopo il passaggio da 4 a 3 scaglioni confermato nella manovra di fine anno appena approvata definitivamente a Montecitorio.

“Salve a tutti, volevo capire se anche a me toccano i 260 euro di risparmio relativo ai nuovi scaglioni IRPEF. Se non ho capito male, chi prende pensioni elevate, godrà di un certo vantaggio, e volevo capire di cosa si tratta. Ho una pensione annua lorda da 35.000 euro. Cosa ci guadagno con i nuovi scaglioni IRPEF?”

I nuovi scaglioni IRPEF

Lavoratori e pensionati si trovano nella stessa situazione con i nuovi scaglioni IRPEF. E non poteva essere diverso perché sia le pensioni che il lavoro sono tassati dall’Imposta sul reddito delle persone fisiche. Prendere lo stipendio o la pensione è la stessa cosa se si parla di reddito e di imposta sul reddito. Il meccanismo di imposizione fiscale in Italia è generico e fino al 31 dicembre 2023 si basa su 4 scaglioni che sono, nello specifico, in base alla soglia di reddito annuo prodotto:

  • 23% fino a 15.000 euro;
  • 25% oltre 15.000 euro e fino a 28.000;
  • 35% oltre 28.000 euro e fino a 50.000 euro;
  • oltre 50.000 euro il 43%.

La novità è l’accorpamento del primo e del secondo scaglione, che passano entrambi ad aliquota 23%.

Quindi i nuovi scaglioni di imposta 2024 saranno:

  • 23 % fino a 28.000 euro;
  • 35% oltre 28.000 euro e fino a 50.000 euro;
  • oltre 50.000 euro il 43%.

Come funziona l’Imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef) e gli effetti sulle pensioni in Italia

Il meccanismo è a scaglioni, ma a imposta progressiva. Significa che man mano che sale il reddito, sale l’imposta dovuta, ma solo per la parte eccedente il limite massimo dello scaglione precedente. Quindi, usando i nuovi scaglioni, un pensionato con assegno da 35.000 euro, pagherà il 23% fino a 28.000 euro, e il 35% per la parte che va da 28.000 a 35.000 euro.

Nel 2023 invece, con la stessa pensione da 35.000 euro, si versava il 23% fino a 15.000 euro, il 25% per la parte da 15.000 a 28.000 euro e il 35% per la parte ancora eccedente. Evidente che la differenza che determina il guadagno in termini di minore imposta riguarda il secondo scaglione di oggi che nel 2024 sparisce.

I contribuenti, a prescindere che siano lavoratori o pensionati, risparmieranno il 3% sui 13.000 euro che ricadono nel secondo scaglione 2023. In totale 260 euro di minore imposta prelevata o da versare sui redditi, anche di pensione, prodotti nel 2024.

Le conclusioni

Si rammenta che per il 2023 nulla cambia. Pertanto, le dichiarazioni dei redditi del 2024, essendo riferite all’anno di imposta 2023, saranno con prelievo commisurato agli ormai vecchi 4 scaglioni IRPEF 2023. Sui guadagni per i contribuenti invece, ecco la verità. Fino a 15.000 euro di reddito da pensione o da lavoro, nulla cambia. Si versava il 23% di IRPEF e si continuerà a versare il 23% di IRPEF.

Come detto cambia tutto per redditi sopra 15.000 euro con guadagno massimo pari a 260 euro per chi ha un reddito esatto di 28.000 euro o superiore.

Infatti per via di quel meccanismo progressivo prima citato, è evidente che anche chi ha redditi superiori a 28.000 euro gode dello stesso privilegio del 2% in meno di IRPEF sui 13.000 euro che vanno dai 15.000 ai 28.000. Chi ha un reddito da 20.000 euro gode del 2% di abbuono IRPEF solo su 5.000 euro e guadagna così 100 euro. Chi invece ha redditi da 25.000 euro, guadagna 200 euro.

Per i redditi sopra i 50.000 euro il governo ha deciso di porre una franchigia sulle detrazioni spettanti diverse da quelle sanitarie. E la franchigia è proprio da 260 euro. Una soluzione idonea a non favorire eccessivamente i titolari di redditi troppo elevati, che insieme al fatto che fino a 15.000 euro nulla cambia, avrebbe prodotto un risultato non ottimale dal punto di vista del gradimento per l’esecutivo.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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