In materia di pensioni, molti lavoratori non hanno minimamente idea di come funziona il sistema previdenziale. E più si è giovani, meno ci si preoccupa di informarsi. Vero anche che le regole continuano a cambiare e tanto vale interessarsi solo al momento opportuno.
Ma molti italiani hanno aspettative irrealistiche sulla pensione, anche quando si avvicina il momento di lasciare il lavoro. Secondo un’indagine condotta da Moneyfarm (società di gestione del risparmio con approccio digitale), solo 6 lavoratori su 10 hanno una idea ben precisa di quando andare in pensione.
4 italiani su dieci non sanno nulla di pensioni
Dal sondaggio emerge però anche che il 30% dei cinquantenni non sa nulla di pensioni e non ci ha mai neanche pensato. Un dato che dovrebbe far riflettere quanti, all’avvicinarsi del fine carriera, non hanno ancora ponderato quanto tempo gli rimane per l’età della pensione e come poterla eventualmente integrare.
L’età alla quale coloro che ci hanno pensato vorrebbero poter smettere di lavorare – rivela il sondaggio di Moneyfarm – aumenta con il passare degli anni. Così salta fuori che i giovani sono più ottimisti delle persone anziane.
I ventenni, in media, indicano come età 55 anni, i trentenni poco sotto i 60. Poi, però, con il passare dell’età, si diventa più realisti. Curiosamente, poi, chi ha figli pensa di dover smettere circa 3 anni dopo rispetto a chi non ne ha. Fra chi ha avuto modo di pensare al proprio futuro, aleggia un ottimismo che stride con i dati di realtà. Il 29% vorrebbe andare in pensione a 60 anni, il 18% a 65 anni, con percentuali via via sempre più basse, fino ad arrivare ai 70 anni indicati da un numero molto esiguo di persone.
Un italiano su due non sa quando andrà in pensione
Solo 5 italiani su 10 inclusi nel sondaggio dichiarano di sapere quando andranno in pensione .
Questo vuol dire che il 35% degli ultracinquantenni non si è occupato di informarsi su quando andrà in pensione. Fra chi ha dichiarato di sapere quando potrà accedere alla pensione, quasi un terzo (31%) ha risposto 67 anni.
Non a caso il requisito minimo per accedere alla pensione pubblica con l’attuale criterio di vecchiaia. Il resto dei rispondenti (69%) indica dai 60 ai 70 anni, con una media di poco più di 66 anni.
Caos normativo e ignoranza
A contribuire alla disaffezione alle informazioni sulla pensione è anche il caos normativo. Tante legge e decreti hanno confuso molto le idee. Senza contare che ogni governo che va al potere mette mano alla riforma delle pensioni stravolgendo le regole.
Responsabilità evidenti le ha anche la scuola. In nessun ordine e grado di insegnamento si spiegano agli alunni i criteri elementari e basilari del sistema sociale italiano. Tutto è demandato al fai da te o a consulenti esterni.
False aspettative
Le risposte evidenziate dal sondaggio di Moneyfarm mettono in luce quanto poco si conoscano i criteri per accedere effettivamente alla pensione pubblica e l’incidenza che ciascuno di essi avrà sull’assegno pensionistico.
Solo nel 18% dei casi desideri (quando vorrei smettere di lavorare) e realtà (quando mi è consentito andare in pensione) coincidono. Tanto che il 76% vorrebbe poter smettere di lavorare prima dell’età della pensione.
Solo il 6% vorrebbe smettere di lavorare dopo l’età prevista dalla legge. Un buon numero di persone, il 32%, dovrà lavorare fino a 5 anni in più rispetto alle proprie attese; il 26% dovrà lavorare tra 6 e 10 anni in più rispetto alle attese; il 17% addirittura oltre 10 anni in più. Con l’aumentare dell’età, il discostamento tra i propri desideri e la realtà si affievolisce, si diventa insomma più realisti sul quando.