Pensioni in Posta sempre in anticipo, ma da luglio si cambiano le regole

Il pagamento delle pensioni in contanti in Posta sarà ancora anticipato di una settimana. Ma da luglio cambiano le regole.
3 anni fa
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foto @ internet

Anche a giugno le pensioni continueranno a essere pagate in Posta con una settimana di anticipo. Gli uffici centrali comunicano che le pensioni del mese di giugno saranno accreditate a partire da mercoledì 26 maggio.

Questo vale, come sempre per i titolari di un Libretto di Risparmio, di un Conto BancoPosta o di una Postepay Evolution. I titolari di carta Postamat, Carta Libretto o di Postepay Evolution potranno invece prelevare i contanti da oltre 7.000 Atm Postamat, senza bisogno di recarsi allo sportello.

In anticipo le pensioni di giugno

In continuità con quanto fatto finora e con l’obiettivo di evitare assembramenti, il pagamento delle pensioni in contanti avverrà a scaglioni. Più precisamente sarà rispettata la seguente turnazione alfabetica che potrà variare in base al numero di giorni di apertura dell’ufficio postale di riferimento.

I cognomi dalla A alla B mercoledì 26 maggio; dalla C alla D giovedì 27 maggio; dalla E alla K venerdì 28 maggio; dalla L alla O sabato mattina 29 maggio; dalla P alla R lunedì 31 maggio; dalla S alla Z martedì 1 giugno.

Il pagamento anticipato non cambierà neanche il prossimo mese di giugno. Le pensioni di luglio potranno essere riscosse in anticipo di una settimana a giugno. Tuttavia, va tenuto presente che dal prossimo 1 luglio la soglia minima di uso dei contanti scende a 1.000 euro.

Pagamento pensioni in contanti

Dal 1 luglio 2021 scende infatti la soglia minima dell’utilizzo dei contanti anche sulle pensioni in contanti. Non più 2.000 euro come eravamo abituati, bensì 1.000. Il cambiamento è previsto dal decreto legge del governo Conte n. 129 del 2019 che prevede la progressiva riduzione dell’utilizzo dei contanti.

Fino al 30 giugno 2019 si potevano pagare gli acquisti fino a 3.000 euro in contanti. Limite sceso a 2.000 dal 1 luglio 2020 e ora 1.000 dal 1 luglio 2021.

Tale limite all’utilizzo dei contanti imporrà limitazioni anche a coloro che percepiscono le pensioni in Posta senza disporre di un conto corrente.

Coloro che percepiscono più di 1.000 euro di pensione dall’Inps o altro istituto di previdenza, infatti, non potranno più prelevare somme superiori. A meno che non aprano un conto corrente o un libretto.

Anche se ancora non si conoscono i dettagli di come saranno gestite somme superiori a 1.000 euro di pensioni, è probabile che le Poste, come ai tempi del Governo Monti quando fu introdotto il limite all’utilizzo dei contanti, non possano corrispondere in una sola volta somme di denaro superiori a 1.000 euro. Questo in funzione di inasprire la lotta all’evasione fiscale.

Da luglio non più di 1.000 euro

Ma sarà veramente la riduzione dell’uso dei contanti ad abbattere l’evasione fiscale nel nostro Paese? In altre realtà europee dove non c’è il limite all’utilizzo del contante, come Germania, Irlanda, Svezia, Finlandia, Olanda e Austria, il livello di evasione fiscale non aumenta. Anzi resta stabile.

Sicché porre dei limiti all’utilizzo del contante pare essere solo un favore alle banche per spingere i clienti a usare le carte di pagamento. Limite che si somma alle altre novità recenti introdotte dal governo (cashback e lotteria scontrini) per spingere i consumatori a utilizzare carte di credito e bancomat.

Molte banche italiane tendono sempre più ad applicare commissioni sull’uso delle carte di pagamento. Inoltre, ogni transazione è gravata da commissioni a carico dell’esercente. Mentre, dall’altro lato, si cerca di scoraggiare l’uso del contante (in ossequio alla lotta all’evasione fiscale) applicando commissioni sui prelievi e, con la compiacenza del governo, a limitarne l’utilizzo per legge.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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