Boom di assegni sociali in Italia. Nel primo trimestre 2020 l’Inps ne ha liquidati il 367% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Un vero e proprio campanello d’allarme previdenziale che non può rimanere inascoltato.
L’assegno sociale è, infatti, una prestazione assistenziale che lo Stato riconosce, tramite l’Inps, a chi non ha contributi sufficienti per la pensione e che si trova in stato di disagio. Si tratta di una prestazione meramente assistenziale e che sostituisce dal 1° gennaio 1996 la pensione sociale.
Quadruplicata la richiesta di assegni sociali nel 2020
Stando ai dati ufficiali dell’Osservatorio sui flussi di pensionamento dell’Inps, nel primo trimestre del 2020, l’Istituto ha liquidato 17.938 assegni sociali per un importo medio di 406 euro. Rispetto allo stesso periodo del 2019, quando erano stati 3.839, l’aumento è più che quadruplicato (+367,3%), mentre l’importo è rimasto simile (424 euro lo scorso anno). Più nel dettaglio, – conclude l’Istituto – a beneficiare della liquidazione dell’assegno sociale sono stati 7.660 uomini per 428 euro in media e 10.278 donne per 389 euro in media.
Assegno sociale: requisiti
L’assegno sociale è quindi una prestazione di natura assistenziale riservata ai cittadini italiani che: abbiano compiuto 65 anni e 7 mesi di età, risiedano effettivamente e abitualmente in Italia possiedano redditi di importo inferiore ai limiti previsti dalla legge. Se il richiedente è coniugato, si tiene conto anche del reddito del coniuge. Sono equiparati ai cittadini italiani, nella fruizione dell’assegno sociale, anche gli stranieri in possesso del permesso CE per soggiornanti di lungo periodo e i cittadini comunitari, regolarmente iscritti all’anagrafe del Comune di residenza o in possesso della “vecchia” carta di soggiorno di cittadino UE (se rilasciata prima dell’11 aprile 2007 e, pertanto, valida fino alla scadenza) ed i rispettivi familiari ricongiunti.
Importo dell’assegno sociale e limiti di reddito
L’assegno sociale per il 2020 ammonta a 459,83 euro al mese, ed è corrisposto per 13 mensilità. Tale importo aumenta a 648,26 euro dopo i 70 anni di età. L’importo spetta in misura piena se l’interessato (e l’eventuale coniuge) non hanno redditi. In presenza di redditi, spetta in misura ridotta (sottraendo, cioè, il reddito percepito dall’assegno mensile), sino alle seguenti soglie:
- per i non coniugati il reddito non può superare 5.977 euro all’anno;
- per i coniugati il reddito non può superare 11.955 euro all’anno.
I redditi da dichiarare
Ma quali sono i redditi da tenere in considerazione per richiedere l’assegno sociale? L’inps specifica in dettaglio che sono da includere nella domanda:
- i redditi assoggettabili all’ Irpef, al netto dell’imposizione fiscale e contributiva;
- i redditi esenti da imposta;
- i redditi soggetti a ritenuta alla fonte a titolo d’imposta (vincite derivanti dalla sorte, da giochi di abilità, da concorsi a premi, corrisposte dallo Stato, da persone giuridiche pubbliche e private);
- i redditi soggetti a imposta sostitutiva come interessi postali e bancari, interessi dei CCT e di ogni altro titolo di stato, interessi, premi e altri frutti delle obbligazioni e titoli similari, emessi da banche e Società per Azioni, ecc.;
- i redditi di terreni e fabbricati;
- le pensioni di guerra;
- le rendite vitalizie erogate dall’INAIL;
- le pensioni dirette erogate da Stati esteri;
- le pensioni e gli assegni erogati agli invalidi civili, ai ciechi civili e ai sordi;
- gli assegni alimentari corrisposti a norma del codice civile