In arrivo qualche euro in più per i pensionati. L’Inps comunica che con la mensilità di aprile 2020 sarà posta in pagamento la pensione nella misura stabilita dalla legge di Bilancio che ha introdotto un nuovo meccanismo di rivalutazione automatica dei trattamenti pensionistici per il triennio 2019-2021, parzialmente diverso da quello applicato in occasione della prima rata di gennaio 2020.
La novità – spiega l’Inps – consiste nella eliminazione della fascia di rivalutazione delle pensioni comprese fra tre e quattro volte il trattamento minimo, che viene ora accorpata alla fascia di rivalutazione pari al 100% dell’indice di rivalutazione.
Con la pensione di aprile anche la rivalutazione 2020
Conseguentemente è stata effettuata una seconda operazione di rivalutazione solo per i pensionati i cui trattamenti complessivi si collocano nella fascia compresa fra 3 e 4 volte il trattamento minimo (2.060,28 euro). A questi pensionati, nel mese di aprile, saranno corrisposti anche gli arretrati da gennaio a marzo oltre l’adeguamento della relativa mensilità. Sarà a breve pubblicata la circolare illustrativa dell’operazione. Infine, si rammenta a tutti i pensionati che il pagamento della rata mensile di pensione sarà effettuato, come da calendario, il primo giorno bancabile del mese, quindi mercoledì 1° aprile 2020.
Le face di rivalutazione delle pensioni
Secondo la legge attuale, vengono rivalutate pienamente dello 0,40% solo quei trattamenti che non supera le quattro volte l’importo del trattamento minimo, mentre per gli assegni più alti la rivalutazione avviene secondo le seguenti percentuali:
- 77% fra quattro e cinque volte il minimo: adeguamento allo 0,308%;
- 52% fra cinque e sei volte il minimo: adeguamento allo 0,208%;
- 47% fra sei e sette volte il minimo: adeguamento allo 0,1%;
- 45% fino a 4566 euro (nove volte il minimo);
- 40% per trattamenti d’importo superiore.
La rivalutazione delle pensioni
Sul tema della rivalutazione delle pensioni i sindacati hanno chiesto più volte al governo di intervenire per tutelare le fasce più deboli e quindi innalzare il valore dell’assegno.