Pensioni, Inps: dal 1 aprile in pagamento anche la rivalutazione 2020

Con la pensione di aprile l’Inps metterà in pagamento anche la rivalutazione per il 2020. Rivalutati al 100% anche gli assegni fino a 2.060 euro.
5 anni fa
1 minuto di lettura
Riforma pensioni 2023 verso il Def di aprile, le sorprese ed i possibili colpi di scena
Riforma pensioni 2023 verso il Def di aprile, le sorprese ed i possibili colpi di scena

In arrivo qualche euro in più per i pensionati. L’Inps comunica che con la mensilità di aprile 2020 sarà posta in pagamento la pensione nella misura stabilita dalla legge di Bilancio che ha introdotto un nuovo meccanismo di rivalutazione automatica dei trattamenti pensionistici per il triennio 2019-2021, parzialmente diverso da quello applicato in occasione della prima rata di gennaio 2020.

La novità – spiega l’Inps – consiste nella eliminazione della fascia di rivalutazione delle pensioni comprese fra tre e quattro volte il trattamento minimo, che viene ora accorpata alla fascia di rivalutazione pari al 100% dell’indice di rivalutazione.

I pensionati riceveranno mediamente 4-5 euro in più corrispondenti a un aumento dello 0,40% dell’assegno in base alle rivalutazioni Istat.

Con la pensione di aprile anche la rivalutazione 2020

Conseguentemente è stata effettuata una seconda operazione di rivalutazione solo per i pensionati i cui trattamenti complessivi si collocano nella fascia compresa fra 3 e 4 volte il trattamento minimo (2.060,28 euro). A questi pensionati, nel mese di aprile, saranno corrisposti anche gli arretrati da gennaio a marzo oltre l’adeguamento della relativa mensilità. Sarà a breve pubblicata la circolare illustrativa dell’operazione. Infine, si rammenta a tutti i pensionati che il pagamento della rata mensile di pensione sarà effettuato, come da calendario, il primo giorno bancabile del mese, quindi mercoledì 1° aprile 2020.

Le face di rivalutazione delle pensioni

Secondo la legge attuale, vengono rivalutate pienamente dello 0,40% solo quei trattamenti che non supera le quattro volte l’importo del trattamento minimo, mentre per gli assegni più alti la rivalutazione avviene secondo le seguenti percentuali:

  • 77% fra quattro e cinque volte il minimo: adeguamento allo 0,308%;
  • 52% fra cinque e sei volte il minimo: adeguamento allo 0,208%;
  • 47% fra sei e sette volte il minimo: adeguamento allo 0,1%;
  • 45% fino a 4566 euro (nove volte il minimo);
  • 40% per trattamenti d’importo superiore.

La rivalutazione delle pensioni

Sul tema della rivalutazione delle pensioni i sindacati hanno chiesto più volte al governo di intervenire per tutelare le fasce più deboli e quindi innalzare il valore dell’assegno.

Alla Camera sono infatti in discussione alcuni temi relativi al capitolo previdenza per innalzare il livello delle rivalutazioni delle pensioni più basse estendendo la platea dei beneficiari fino a coloro che percepiscono cinque volte il trattamento minimo (fino a 2.500 euro mensili di pensione). Attualmente a questa fascia viene riconosciuta una rivalutazione del 77% dell’assegno e potrebbe essere innalzata. Tutto dipenderà dalle risorse economiche disponibili. Il governo punta a utilizzare i soldi derivanti dai risparmi preventivati per quota 100 (1,5 miliardi quest’anno e 2,5 il prossimo) così da non gravare ulteriormente sulla spesa pensionistica.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Articolo precedente

Rincaro sigarette, stangata dell’Agenzia delle Dogane: i prezzi marca per marca

Articolo seguente

Poste Italiane e le misure di contenimento per Covid 19: aggiornamenti ad oggi 12 marzo