In Italia abbiamo pensioni alte e stipendi bassi. E’ questo uno dei controsensi che rende il nostro sistema sociale iniquo e ingiusto. E non è solo colpa del fisco che comprime i redditi, ma anche di azioni politiche dissennate del passato.
Da circa 30 anni le paghe dei lavoratori non fanno che andare indietro, mentre nel resto d’Europa aumentano. Il confronto implacabile con Germania e Francia non regge e ci condanna al primato della crescita più bassa dei salari europei.
Pensioni alte e stipendi bassi
Per contro le pensioni sono riuscire a difendersi, grazie alla rivalutazioni.
- 15,1% delle pensioni è sotto i 1.000 euro,
- 45,3% tra 1.000 e 1.999,99 euro;
- 29,6% tra 2.000 e 2.999,99 euro;
- 10% sopra dai 3.000 euro in su.
Cifre che, nel complesso, battono gli altri Paesi Ue. Se non altro per quanto concerne la distribuzione dei pesi che registra 2 pensioni su 5 con importi superori a 2.000 euro mensili.
Riforma zavorrata
Sulla scorta di questi numeri, inutile farsi troppe illusioni sulla possibilità di riformare a fondo il sistema pensionistico. Perché il problema sta alla base e senza una adeguata contribuzione, la spesa per le pensioni è insostenibile. Servirebbe il salario minimo, tanto invocato anche dall’Inps.
Come anche e più volte ha fatto notare l’Inps e la Corte dei Conti, in Italia ci sono 23 milioni di lavoratori e 16 milioni di pensionati che percepiscono mediamente una pensione e mezza. Sostenere questa spesa senza che vi sia un adeguato flusso contributivo rendere il sistema instabile.
Oltre a ciò bisogna notare che c’è anche un problema demografico che è diventato cronico. L’Italia non fa più figli, la popolazione sta regredendo e l’apporto degli immigrati è insufficiente.