Si torna a parlare di riforma pensioni con occhio di riguardo al mondo della scuola. Fa ancora discutere la concessione delle pensioni anticipate con Ape Sociale ai maestri di scuola primaria e non ai docenti di medie e superiori.
Eppure fanno lo stesso lavoro, gli stessi orari e hanno le stesse retribuzioni. Un errore del legislatore o una riforma appositamente voluta? Al di là delle spiegazioni che si possono dare e che lasciano il tempo che trovano, c’è ora un problema da sanare.
Quando Ape Sociale discrimina il lavoro dei docenti
Già, perché o è sbagliato concedere Ape Sociale ai docenti di scuola primaria o è sbagliato non concederla a quelli delle scuole secondarie. Su questo non ci piove. E sul punto l’Anief, il sindacato degli insegnati, ha manifestato più volte il fermo disappunto.
Al punto che un insegnante oggi si domanda se è meglio insegnare alle scuole elementari piuttosto che alle superiori. Del resto se facendo i maestri si può andare in pensione prima, chi glielo fa fare di insegnare nelle scuole superiori.
Ma come si è arrivati a ciò? Tutto è partito dalla Commissione Lavoro Damiano che ha ritenuto il lavoro degli insegnati delle scuole primarie come usurante. Al pari di quello degli educatori d’asilo e di infanzia. Così, in base alla legge di bilancio 2022, da quest’anno i maestri possono lasciare il lavoro a 63 anni di età e con 36 di contributi accedendo ad Ape Sociale.
Al contrario, i colleghi delle scuole secondarie devono aspettare altri 4 anni prima di abbandonare il lavoro. Il che li pone ora in una situazione di netto svantaggio sociale.
Qualcosa sta per cambiare per le pensioni della scuola
Le pressioni per mettere la pezza a un pasticcio del genere non mancano. Il copro docenti spinge da tempo affinché anche agli insegnanti di scuole superiori sia riconosciuto il diritto ad andare in pensione con Ape Sociale.
“ il lavoro all’interno di un istituto scolastico è tutto usurante. Vi sono delle dimostrazioni scientifiche che non fanno differenze sostanziali tra gli strascichi psicologici e fisici che comporta l’opera professionale in un istituto scolastico”.
Pertanto, o tutti o nessuno. Non è concepibile che chi insegna alle primarie possa beneficiare di un diritto alla pensione che invece viene negato a chi fa lo stesso mestiere alle secondarie. Una scelta che discrimina e non parifica i diritti.
Così, se Ape Sociale sarà allargata dal 2023 a nuove categorie di lavoratori usuranti, come probabile, è possibile che anche gli insegnanti delle secondarie saranno i primi ad essere inclusi nella nuova lista.