Mentre il governo discute su come riformare il sistema pensionistico, l’Ocse ci fa i conti in tasca e mette in guardia l’Italia sulla sostenibilità dei conti pubblici. Il debito statale, come noto, è elevato, fra più alti al mondo in rapporto al Pil e per il futuro potrebbero rendersi necessarie manovre economiche impopolari per sostenere le pensioni.
Sotto attacco in particolare è la spesa pensionistica causata del distorto sistema di calcolo retributivo che, unito all’allungamento della vita media, mette in croce l’Inps.
Inps, 535.573 nuove pensioni nel 2019, +29% anticipate
Grazie a quota 100, nel 2019 sono state liquidate 535.573 nuove pensioni, in linea con le 537.160 del 2018. Lo rende noto l’Inps mettendo in evidenza come nel 2019 si è registrato un aumento del 29,35% delle pensioni anticipate, da 152.200 unità nel 2018 a 196.857, per effetto dell’introduzione di quota 100 e dell’aumento di cinque mesi per l’età di vecchiaia che dall’inizio dell’anno scorso e’ accessibile a 67 anni. Le pensioni di vecchiaia nel complesso hanno registrato un calo del 15,6% a 121.495 unità. Al momento l’impatto sui conti non si fa sentire – osservano gli esperti – ma è evidente che nel lungo periodo ci saranno difficoltà e a pagare saranno i giovani, i nati negli anni ’80, che, in assenza di interventi da parte del legislatore, si ritroveranno pensioni da fame.
Pensioni: Tridico, sistema è completamente sostenibile
“La sostenibilità del nostro sistema pensionistico è messa in discussione da alcune istituzioni ma il sistema è perfettamente e completamente sostenibile“. Lo ha assicurato Pasquale Tridico, presidente dell’Inps, durante un’audizione in commissione Esteri al Senato sulle condizioni e sulle esigenze delle comunità degli italiani nel mondo. “Il 16% di Pil di spesa pensionistica, che è accusato di essere un ammontare troppo importante e di rendere insostenibile il sistema, contiene al suo interno la parte contributiva ma anche quella assistenziale“, ha proseguito Tridico, spiegando che in realtà “il regime contributivo pesa per 8% sul Pil mentre in Portogallo, dove c’è un’imposizione fiscale molto vantaggiosa, se lo sognano perché sono molto al di sopra dell’8%“.
L’invecchiamento della popolazione
Ma se al momento il sistema pensionistico è sostenibile, in futuro non lo sarà. L‘invecchiamento demografico è uno dei trend più preoccupanti per l’Italia: nel 2050, stima l’Ocse, il numero di pensionati potrebbe superare quello dei lavoratori. Un allungo che, a cantiere delle pensioni aperto, molti osservatori suggeriscono di tenere ben presente nel disegno delle politiche fiscali e previdenziali del prossimo futuro. Perché, se da un lato le pensioni degli anziani costituiscono un vero e proprio ammortizzatore sociale che sta salvando molte famiglie italiane dallo scivolo verso la povertà, dall’altro la spesa manderà fuori equilibrio il bilancio. E volendo intervenire per assicurare ai giovani lavoratori di oggi una pensione di garanzia in futuro, c’è il rischio che la spesa pensionistica si gonfi a dismisura mandando i conti dell’Inps fuori controllo.