Pensioni luglio, Bonus e aumenti fino a 655 euro, ma c’è il rischio di doverli restituire

Pensioni di luglio: bonus e aumenti fino a 655 euro. Rischio restituzione: la quattordicesima è provvisoria.
6 mesi fa
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Pensioni luglio, Bonus e aumenti fino a 655 euro, ma c'è il rischio di doverli restituire
Foto © Pixabay

Le pensioni di luglio, cioè il rateo che dal prossimo mese prenderanno i pensionati, sono spesso oggetto di grande attenzione da parte della stampa. Si parla di aumenti di pensione che, però, rischiano di generare solo false aspettative.

Infatti, il riferimento a questi fantomatici aumenti riguarda principalmente l’erogazione della quattordicesima mensilità. Ogni luglio, l’INPS liquida a determinati pensionati la mensilità aggiuntiva. Ma non a tutti: ci sono precisi limiti reddituali da rispettare.

Inoltre, la quattordicesima non ha un importo fisso, ma varia in base ai redditi del pensionato, al numero di anni di contribuzione versata e all’età del pensionato.

Quello che nessuno dice è il carattere provvisorio della quattordicesima, che rischia di essere percepita dal pensionato e poi restituita.

Pensioni luglio, bonus e aumenti fino a 655 euro, ma c’è il rischio di doverli restituire

La mensilità aggiuntiva di luglio è sempre molto attesa dai pensionati, poiché molti di loro la percepiranno, generando un rateo della pensione più alto del solito. La mensilità aggiuntiva riguarda principalmente le pensioni di importo basso, rappresentando una delle maggiorazioni sociali più importanti in materia previdenziale. Queste somme aggiuntive servono a rendere più dignitose le prestazioni al di sotto di determinati limiti.

Come noto, la quattordicesima spetta ai pensionati che hanno compiuto 64 anni entro la data di liquidazione della prestazione, cioè il primo luglio. Per chi li compie successivamente, la quattordicesima del 2024 è erogata a dicembre, insieme alla tredicesima. Per ricevere questo trattamento, i pensionati devono avere un reddito complessivo non superiore a due volte il trattamento minimo INPS.

La quattordicesima pensioni in estrema sintesi

Le modalità di erogazione della quattordicesima prevedono la suddivisione dei beneficiari in due fasce reddituali, con ulteriori suddivisioni in tre scaglioni basati sul numero di anni di contribuzione versata. La prima fascia include i soggetti con redditi fino a 1,5 volte il trattamento minimo (598,61 euro al mese), cioè fino a 897,92 euro al mese.

In questi casi, il pensionato ha diritto a una quattordicesima di:

  • 655 euro per chi ha 25 o più anni di contributi versati;
  • 546 euro con contributi compresi tra 15 e 25 anni;
  • 437 euro con contributi fino a 15 anni.

Per redditi sopra 1,5 e fino a due volte il trattamento minimo, cioè compresi tra 897,93 e 1.197,22 euro al mese, gli importi sono:

  • 504 euro per chi ha 25 o più anni di contributi versati;
  • 420 euro con contributi compresi tra 15 e 25 anni;
  • 336 euro con contributi fino a 15 anni.

Prima le erogazioni, poi le restituzioni: ecco cosa accade alla quattordicesima sulle pensioni di luglio

In base alle banche dati di cui dispone l’INPS, tra quelle interne all’Istituto, quelle dell’Anagrafe Tributaria e quelle dell’Agenzia delle Entrate, la quattordicesima è liquidata. Tuttavia, come avvenuto negli anni precedenti, i pensionati hanno spesso dovuto restituire questi emolumenti aggiuntivi.

L’INPS, infatti, recupera le cifre corrisposte erroneamente sulla base di dati reddituali successivamente verificati. La quattordicesima è erogata in via provvisoria dall’INPS, in attesa dei conteggi definitivi relativi al reddito e alla pensione dei beneficiari.

Se il pensionato si trova in questa situazione, l’INPS recupera quanto pagato in più con diverse metodologie: imponendo tagli alla pensione mensile nei mesi successivi, congelando la nuova quattordicesima anche se spettante, o richiedendo la restituzione in unica soluzione della mensilità erroneamente corrisposta.

Perché ci sono tutte queste anomalie?

Le anomalie derivano dal mancato allineamento della mensilità aggiuntiva con i dati reddituali definitivi di un anno fiscale. L’INPS verifica i requisiti sulla base dei dati presenti nelle banche dati dei pensionati, incrociandoli con le dichiarazioni dei redditi dell’anno precedente.

Quest’anno, l’incrocio dei dati riguarderà le dichiarazioni dei redditi del 2022, oggetto della campagna reddituale 2023. È impossibile fare riferimento ai redditi del 2023, che sono ancora oggetto della campagna 2024 in corso.

I dati definitivi del reddito di un pensionato arrivano generalmente intorno a novembre.

Solo allora l’INPS potrà verificare se la quattordicesima erogata a luglio era effettivamente spettante e se l’importo liquidato era corretto. Per chi ha redditi che si trovano a cavallo tra le due fasce, non è raro che i pensionati abbiano percepito quattordicesime più alte rispetto a quelle spettanti.

In questi casi, i pensionati dovranno restituire solo una parte della quattordicesima.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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