La pensione o un trattamento assistenziale sono aspetti che interessano tutti i contribuenti italiani e tutti i lavoratori. E sicuramente sono cose che interessano, a maggior ragione, agli invalidi che, alla luce delle loro evidenti difficoltà, si trovano ad avere bisogno di una pensione e di sostegno. L’ente che eroga la maggior parte delle prestazioni è sempre l’INPS. Ed è proprio all’INPS che gli invalidi possono richiedere ciò di cui hanno necessità.
Per avere diritto alle prestazioni come invalidi, bisogna avere un determinato grado di invalidità.
Pensioni ma non solo, ecco cosa prendere dall’INPS col 67%, 74% e con l’80% di invalidità
Con il 74% di invalidità, ci sono contribuenti che possono andare in pensione diversi anni prima del solito, cioè prima di arrivare a maturare il classico diritto alla pensione di vecchiaia ordinaria a 67 anni. Per esempio, con il 74% di invalidità, le prestazioni pensionistiche da sfruttare sono diverse. A partire dai 63 anni e 5 mesi di età, l’invalido al 74% che ha almeno 30 anni di contributi versati può avere accesso all’Anticipo Pensionistico Sociale.
Questi invalidi civili possono andare in pensione con l’Ape Sociale, misura che anche nel 2025 sarà attiva dopo la sopraggiunta proroga che il governo sta mettendo a punto con la manovra di Bilancio.
Pensioni e trattamenti per chi ha il 74% di invalidità certificata
Sempre con il 74% di invalidità certificata dalle competenti commissioni mediche, quindi con lo stesso grado di invalidità dell’Ape Sociale, c’è anche una prestazione che non ha alcun limite di età e si chiama Quota 41 per i precoci.
Queste due misure, destinate agli invalidi civili con almeno il 74% di invalidità, consentono un anticipo sulle uscite in pensione. Ma ci sono prestazioni che, alla stessa tipologia di invalidi, offrono veri e propri sostegni economici.
Ci sono prestazioni come la pensione di invalidità civile, che per chi ha un’invalidità pari o superiore al 74% offre un trattamento da 343 euro al mese nel 2024. Prestazione che si percepisce a condizione che il reddito sia inferiore ai limiti prestabiliti. L’importo della prestazione, come detto, è pari a 343 euro al mese, ma per invalidi totali può arrivare anche a 704 euro.
Sempre con il 74% di invalidità, poi, c’è l’Assegno Ordinario di Invalidità. Questa misura è destinata a contribuenti che hanno subito la riduzione della capacità lavorativa di almeno i 2/3 e che hanno almeno 5 anni di contributi versati, di cui almeno 3 anni negli ultimi 5 anni, con conteggio a ritroso dalla data di presentazione della domanda all’INPS.
L’invalidità anticipa la pensione, e con questa misura l’anticipo è netto
Un’altra misura destinata agli invalidi consente degli anticipi in termini di età di uscita dal lavoro nettamente più favorevoli. In questo caso, si tratta però di invalidità pensionabile e non di invalidità civile. Parliamo dell’invalidità specifica per il lavoro che un contribuente affetto da difficoltà psichiche o fisiche svolge.
Chi ha ottenuto la riduzione della capacità lavorativa specifica per il lavoro che svolge in misura non inferiore all’80%, e sempre dalle commissioni mediche previste, può avere accesso quindi a questa prestazione, che consente di uscire dal lavoro a partire dai 61 anni di età se il richiedente è un uomo, oppure a 56 anni di età se la richiedente è una donna.
Uscire prima dal lavoro può essere più semplice per gli invalidi perché in alcuni casi i loro contributi valgono di più. Gli invalidi con almeno il 74% di invalidità, nel momento in cui continuano a lavorare, possono sfruttare anche un’agevolazione sui contributi che versano. In questo caso parliamo di maggiorazioni contributive.
E, in effetti, sono quelle misure che consentono di far valere 1,2 volte i contributi versati durante l’attività lavorativa, a partire dalla data del verbale della commissione medica in cui è stata certificata l’invalidità prima citata.
Sussidi e agevolazioni dall’INPS per chi ha disabilità certificata
Lasciando la parte previdenziale delle misure INPS per disabili ed addentrandoci nelle prestazioni assistenziali, ecco che un invalido può avere diritto a un autentico sussidio. L’INPS, infatti, eroga un altro genere di vantaggio per gli invalidi, perché gli invalidi civili rientrano in quel sussidio che ha preso il posto del Reddito di Cittadinanza e che si chiama Assegno di Inclusione.
Come tutti sanno, la prestazione è destinata soltanto a famiglie al cui interno ci sono soggetti in condizioni di difficoltà e fragilità. Si tratta dei cosiddetti vulnerabili, ovvero i minorenni, gli anziani sopra i 60 anni di età, i soggetti presi in carico dai servizi sociali e assistenziali, i soggetti con carichi di cura e, appunto, gli invalidi.
Per l’Assegno di Inclusione, il grado di invalidità deve essere almeno pari al 67%. A dire il vero, per l’Assegno di Inclusione il livello di invalidità utile può essere anche inferiore al 67%. Perché in effetti anche chi ha almeno il 46% di invalidità può chiedere il sussidio. Ma a condizione che, per via della sua disabilità, sia stato preso in carico dai servizi sanitari delle ASL.
Naturalmente, per l’Assegno di Inclusione bisogna che l’invalido rientri in tutti i limiti reddituali e patrimoniali previsti dalla misura.