Pensioni, manovra: nuove fasce di rivalutazione, si cambia ancora

Cambiano ancora le nuove fasce di rivalutazione delle pensioni. Ecco lo schema definitivo con le percentuali abbinate alle sei nuove soglie di reddito.
2 anni fa
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Cambiano le percentuali delle nuove fasce di rivalutazione delle pensioni. Per il biennio 2023-2024 la Commissione Bilancio della Camera ha apportato alcune modifiche allo schema governativo che prevede l’introduzione di sei scaglioni.

In pratica solo le pensioni appartenenti alla prima fascia, quella di importo pensione fino a 4 volte il trattamento minimo, saranno rivalutate pienamente del 7,3%. Indicizzazione che scaturisce dai dati dell’inflazione 2022. Le altre subiranno dei tagli.

Nuove fasce di rivalutazione delle pensioni

Del resto, rivalutare pienamente tutte le pensioni del 7,3% dal prossimo anno costerebbe troppo e non andrebbe nel senso di garantire equità sociale riducendo il divario fra chi prende di più e chi prende di meno.

Attualmente la legge prevede che le pensioni siano rivalutate al 100% fino a 4 volte l’importo del trattamento minimo. Invece, da 4 a 5 volte la perequazione automatica non è piena e scende al 90%. Mentre sopra le 5 volte, la rivalutazione scende al 75%.

Dal 1 gennaio 2023, invece, subentreranno sei nuove fasce di rivalutazione che prevedono, in linea definitiva, incrementi percentuali come da tabella seguente:

  • 100% fino a 4 volte il trattamento minimo
  • 85% da 4 a 5 volte il trattamento minimo
  • 53% da 5 a 6 volte il trattamento minimo
  • 47% da 6 a 8 volte il trattamento minimo
  • 37% da 8 a 10 volte il trattamento minimo
  • 32% oltre le 10 volte il trattamento minimo

In pratica, per garantire un incremento dal 80 al 85 per cento alle pensioni comprese nella seconda fascia, sono stati abbassati gli aumenti di tutte le altre, ad esclusione della prima. I saldi di spesa, alla fine, restano invariati.

Una riforma equa e sostenibile

Si tratta di una versione definitiva che il Parlamento dovrà approvare con la Manovra di bilancio entro questo fine settimana. Insieme all’aumento delle pensioni minime a 600 euro per gli over 75, ma solo per il 2023, poi si vedrà cosa fare.

La riforma va quindi nel senso di maggiore equità e giustizia sociale. Anche perché il contributo di solidarietà sulle pensioni di importo superiore a 100.000 euro è venduto meno lo scorso anno.

Le pensioni d’oro e d’argento saranno infatti rivalutate solo in minima parte.

Il Governo ha quindi intenzione di sostenere la capacità di spesa dei redditi medio-bassi, a discapito di quelli più alti. Anche per ottenere risparmi in grado di finanziare le nuove uscite anticipate con Quota 103 e per innalzare gli importi delle pensioni minime. Quindi senza andare a stanziare ulteriori risorse finanziarie con la Legge di bilancio.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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