Buone notizie per i pensionati. L’assegno della pensione marzo 2022 sarà più alto grazie alla perequazione, ossia la rivalutazione annuale degli importi dei trattamenti pensionistici per adeguarli al costo della vita. L’INPS, infatti, aveva annunciato che
dovendo completare le operazioni di adeguamento delle pensioni per il 2022 entro il 20 novembre, in tempo utile per l’invio dei pagamenti agli istituti bancari, ha utilizzato l’indice di perequazione disponibile in quella data, pari all’1,6%. In data successiva la percentuale è stata consolidata tramite decreto all’1,7%, pertanto si procederà al pagamento delle differenze nel corso del primo trimestre dell’anno 2022.
Questo significa, aggiornamento pensione al nuovo tasso di perequazione dell’1,7% a partire dalla rata di marzo 2022.
Come per i mesi scorsi, inoltre, visto il perdurare dello stato di emergenza da Covid-19 (prorogato al 31 marzo 2022), anche le pensioni marzo 2022, per chi ritira in contanti alla posta, saranno pagate secondo un calendario anticipato e sempre per scaglioni suddivisi per iniziali del cognome.
Pagamento pensioni marzo 2022 in posta: le possibili date
Anche se manca ancora l’ufficialità da parte dell’INPS, per coloro che ritirano la pensione marzo 2022 direttamente alla posta, è possibile ipotizzare il seguente calendario:
- mercoledì 23 febbraio 2022, dalla A alla B
- giovedì 24 febbraio 2022, dalla C alla D
- venerdì 25 febbraio 2022, dalla E alla K
- sabato 26 febbraio 2022, dalla L alla O
- lunedì 28 febbraio 2022, dalla P alla R
- martedì 1° febbraio 2022, dalla S alla Z.
Ricordiamo, che dal 1° febbraio 2022 e fino alla cessazione dello stato di emergenza, per entrare negli uffici postali serve almeno il green pass base.
Come aumentano le pensioni da marzo 2022
Come anticipato, probabile che le pensioni marzo 2022 saranno più alte grazie alla rivalutazione dovuta al meccanismo della perequazione, che si applica a tutti i trattamenti pensionistici ed avverrà in queste misure (con un meccanismo a “scaglioni”):
- 100% dell’inflazione, per le pensioni fino a 4 volte il trattamento minimo;
- 90% dell’inflazione, per le pensioni comprese tra 4 e 5 volte il trattamento minimo
- 75% dell’inflazione per le pensioni oltre 5 volte il trattamento minimo.
Il dato base di riferimento, dunque, è il trattamento minimo di pensione.
Ad esempio, una pensione pari a 2.500,00 euro sarà rivalutata dell’1,7% per la quota fino a 2.062,32 euro (+35,06 euro) e dell’1,53% (ossia il 90% di 1,7%) per i rimanenti 437,68 euro (+6,70 euro), per un incremento totale pari a 41,76 euro.
Innalzato a 467,65 euro mensili anche l’assegno sociale (rispetto ai precedenti 460,28 euro).
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