Negli ultimi giorni sta dilagando un certo allarmismo sull’argomento pensioni militari e Polizia di Stato. Alcune voci allarmano soprattutto gli agenti a fine carriera. Ma sono fondate?
Pensioni militari e Polizia di Stato: la verità sui requisiti 2025 e 2026
Cosa c’è di vero nelle notizie relative all’inasprimento dei requisiti che farebbe slittare le pensioni militari del 2025? In realtà ben poco. Vediamo da dove sono nate e facciamo chiarezza per far rientrare l’allarmismo che ne è scaturito.
Che cosa potrebbe cambiare? Aldilà degli allarmismi, l’unica variabile concreta potrebbe essere l’adeguamento alle aspettative di vita.
Militari e Polizia di Stato: regole per la pensione di vecchia e di anzianità
Per la pensione di vecchiaia il requisito anagrafico varia tra i 60 e i 65 anni in funzione del grado e dei singoli ordinamenti di appartenenza.
La pensione militare di anzianità richiede alternativamente uno di questo scenari:
- 41 anni di versamenti indipendentemente dall’età anagrafica;
- montante contributo di 35 anni a fronte di un minimo di 58 anni di età;
- 54 anni di età e massima anzianità contributiva (80% prima del 31 dicembre 2011).
Pensioni militari e Polizia di Stato: scenari futuri
Nessun imminente cambiamento in vista quindi per le pensioni dei militari e degli agenti della polizia di Stato. L’adeguamento alla speranza di vita ex decreto ministeriale del 18 luglio 2023 è in programma per il 2027. Ma questa è una cosa che riguarda tutte le pensioni, non solo quelle delle forze armate. E comunque eventuali aggiornamenti in questo senso potrebbero far slittare la pensione di due o tre mesi non di più.
Riassumendo
- Nessun allarmismo per le pensioni militari e della Polizia perché fino al 2026 non cambierà nulla sui requisiti;
- Eventuali adeguamenti alla speranza di vita potrebbero eventualmente subentrare nel 2027;
- Questi ultimi, eventuali e non obbligatori, in ogni caso potrebbero far slittare la pensione di 2-3 mesi senza drastici cambiamenti.