Pensioni minime 2025, aumento di 3 euro: rabbia e delusione!

L’aumento delle pensioni minime di soli 3 euro previsto per il 2025 alimenta rabbia e delusione per pensionati e parti politiche
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4 settimane fa
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aumento pensioni minime rabbia e delusione
Foto © Pixabay

Il tema dell’aumento delle pensioni minime è al centro di numerosi dibattiti negli ultimi anni, e anche nella manovra di bilancio per il 2025 torna a far parlare di sé. L’introduzione di un incremento per le pensioni minime dovrebbe rappresentare un segnale positivo di attenzione verso le fasce più vulnerabili della popolazione. Tuttavia, la misura proposta solleva rabbia e perplessità, poiché l’entità dell’aumento, se confermato come indicato, si rileverebbe davvero misero e, certamente, non sufficiente a migliorare concretamente la qualità della vita di chi si trova a vivere con una pensione al di sotto del minimo.

Secondo quanto stabilito dalla manovra di bilancio, nel testo spedito dal Governo al Parlamento, le pensioni minime riceveranno un incremento del 2,2% nel 2025 e dell’1,3% nel 2026.

Pensioni minime 2025: cosa dice la manovra

Questi aumenti non riusciranno a soddisfare le aspettative di molti pensionati che faticano a far quadrare i conti con i modesti assegni mensili. Attualmente, le pensioni minime si attestano a 614,77 euro, e l’aumento del 2025 le porterà a 617,9 euro, un miglioramento che, in termini assoluti, appare piuttosto misero.

È importante notare che la base di calcolo per questo aumento non tiene conto del precedente incremento del 2,7%, stabilito con la legge di Bilancio per il 2024, bensì si fonda su valori precedenti, con l’aggiunta di un adeguamento all’inflazione pari all’1%. Questo dettaglio renderebbe l’aumento meno significativo di quanto potrebbe sembrare a una prima lettura, poiché il miglioramento reale in termini di potere d’acquisto risulta limitato. Applicando anche il 2,7%, si potrebbe arrivare al massimo a una pensione minima di circa 621 euro mensili.

Un adeguamento limitato rispetto al costo della vita

La principali criticità legate a questo aumento è il suo impatto limitato rispetto al crescente costo della vita. Negli ultimi anni, l’inflazione ha inciso profondamente sul potere d’acquisto dei cittadini.

E i pensionati, soprattutto quelli con redditi più bassi, sono tra coloro che ne hanno risentito maggiormente. Gli aumenti delle pensioni minime proposti per il 2025 e il 2026 non saranno sufficienti per contrastare in modo efficace questo fenomeno.

L’aumento di pochi euro non inciderà in modo significativo sulla capacità dei pensionati di far fronte alle spese quotidiane, come quelle per i beni di prima necessità o le bollette, che continuano a salire. Per molti di loro, vivere con una pensione minima significa dover rinunciare a parte delle proprie esigenze fondamentali. Di fronte a questa realtà, appare evidente che l’incremento previsto non è abbastanza per garantire un reale sollievo economico. Anzi finisce per alimentare rabbia e delusione, nono solo tra le parti politiche, ma soprattutto nei pensionati, che legittimamente sentono di essere presi in giro.

Pensioni minime: aumento di 3 euro misura deludente

L’entità dell’aumento per le pensioni minime, che per il 2025 si tradurrà in un incremento di soli 3 euro. Sebbene qualsiasi forma di aumento possa essere accolta con favore, l’impatto reale di una misura così esigua appare trascurabile. Un incremento di 3 euro mensili, che porta la pensione minima a 617,9 euro, non rappresenta una differenza apprezzabile per chi già fatica a coprire le spese essenziali.

Senza voler esprimere un giudizio polemico (anche se sarebbe del tutto giustifico), è legittimo affermare che una somma così ridotta non è sufficiente per affrontare il peso dell’inflazione. O migliorare concretamente la condizione economica dei pensionati. Questo aumento, pur essendo formalmente presente, appare piuttosto simbolico e rischia (quasi certamente) di non sortire l’effetto desiderato. Ovvero quello di alleggerire le difficoltà quotidiane di chi vive con pensioni al minimo.

Riassumendo…

  • La manovra di bilancio 2025 prevede un aumento delle pensioni minime del 2,2%.
  • L’incremento delle pensioni minime è insufficiente rispetto al costo della vita attuale.
  • L’aumento porta le pensioni minime da 614,77 a 617,9 euro, una cifra modesta.
  • L’inflazione riduce l’impatto reale dell’incremento sulle spese quotidiane dei pensionati.
  • L’aumento di soli 3 euro mensili è considerato simbolico e poco efficace, alimentando rabbia e delusione.
  • Servono misure strutturate per migliorare concretamente la vita dei pensionati a basso reddito.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

5 Comments

  1. A 67 anni sono andata in pensione.Ho ricevuto 630 euro al mese soldi con qui non potevo vivere….Ho trovato un lavoro a tempo indeterminato.Ho fatto un prestito in banca per lavori in casa.Dopo 2 anni la ditta cessa l’attività. A questa età non trovo più un lavoro.La banca devo restituire il prestito. COME SI PUO VIVERE CON INA PENSIONE DI 630 EURO AL MESE??????? DOVE CE LA PROMESSA DI 1000 EURO AL MESE QUANDO E ARIVATA LA MELONI????? CI DANNO 3 EURO IN PIU ????? VERGOGNA!!!!!!!!!.

  2. Le pensioni minime secondo le loro promesse dovrebbero arrivare a 1000 euro suppongo che a questo punto nel 3000…….almeno tacere non prendere in giro la gente !!!!

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