Pensioni minime in stallo, Conte intervenga al più presto

Sono ancora ferme a 515 euro le pensioni minime, nessun intervento nella legge di bilancio per il 2021. Le proteste di Anp-Cia.
4 anni fa
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Jpeg

Pensioni minime ancora al palo. Il governo non ha preso ancora nessun provvedimento nella manovra finanziaria per il 2021, soprattutto per il settore agricolo, uno dei più colpiti dalla crisi.

E’ stata una legge di bilancio sicuramente difficile da comporre a causa della crisi per il Covid. Ha trovato risorse per il sistema sanitario e aperto un varco importante, con provvedimenti per l’agricoltura, al rilancio economico delle aree rurali del Paese.

Resta ancora inevasa però, la richiesta di aumento delle pensioni minime ferme a 515 euro.

Anp, l’Associazione nazionale pensionati di Cia-Agricoltori Italiani riparte da qui. Dà voce alla grande delusione di tanti ex-agricoltori e facendo ordine sulle priorità per il 2021 pronte per nuovo confronto istituzionale.

Ex agricoltori con pensioni minime da fame

In cima alla lista, dunque, le pensioni minime percepite da oltre un milione e mezzo di anziani, in prevalenza ex-agricoltori, ancora costretti a vivere con la pensione più bassa d’Italia.

Per Anp-Cia, si tratta di una grave ingiustizia già ampiamente esposta dall’Associazione, in numerosi incontri in tutto il Paese, a parlamentari e istituzioni tutte, proprio con l’intento di una risoluzione definitiva.

Una pratica, dunque, che resta aperta e dovrà trovare risposte nei prossimi provvedimenti del Governo. Soprattutto in relazione all’annunciato aggiornamento delle norme sulle azioni di contrasto alla povertà. Come il “dopo quota 100”, la pensione contributiva di garanzia, le pensioni minime, la separazione tra previdenza e assistenza, il rilancio della previdenza complementare e la riduzione del carico fiscale sulle pensioni.

Riforma pensioni minime prioritaria

Dunque, nei prossimi incontri in commissioni e nei tavoli preposti a delineare un nuovo intervento di riordino del sistema previdenziale e pensionistico, Anp-Cia non mancherà di sollecitare di nuovo:

  • la stabilizzazione della quattordicesima;
  • l’aumento delle pensioni minime;
  • la modifica del sistema di indicizzazione;
  • l’estensione dell’Ape sociale agli agricoltori;
  • una tassazione in linea con quanto previsto nei Paesi europei;
  • l’istituzione della pensione base per i giovani agricoltori.

Bene sistema sanitario

Sono, invece, significative di un cambiamento d’indirizzo, sottolinea Anp-Cia, le risorse destinate al sistema sanitario.

La legge di Bilancio dimostra una visione oltre l’emergenza Covid e affronta il tema del potenziamento del Servizio Sanitario Nazionale e delle politiche socio-sanitarie.

In questo ambito, è bene sottolineare la misura di sostegno alle funzioni dei caregiver familiari. E’ modesta nelle risorse dedicate, ma potenzia gli strumenti a sostegno delle famiglie nelle cure domiciliari per anziani e disabili.

Vera sfida sarà anche per il 2021, l’urgente rafforzamento dei servizi sanitari territoriali per migliorare la qualità della vita nelle aree rurali e soprattutto a supporto delle persone anziane.

Cruciale la necessità di una sanità più vicina ai cittadini, con strutture ambulatoriali o case della salute di prossimità, potenziare l’assistenza domiciliare, utilizzare diffusamente le nuove tecnologie come la telemedicina, valorizzare, infine, le reti sociali e del volontariato.

Gli interventi nel settore agricolo

Strategici, secondo Anp-Cia, anche i provvedimenti previsti per il settore agricolo, utili a favorire il rilancio economico delle aree rurali. Portano risorse sulla manutenzione e la messa in sicurezza del territorio, condizione indispensabile per garantire la presenza delle persone nelle aree interne. Come lo è anche il potenziamento del sistema dei servizi civili, di infrastrutture, trasporti, scuole e banda larga.

L’Associazione fa appello alla responsabilità e all’impegno di politica e istituzioni. In proposito interviene il presidente nazionale di Anp-Cia, Alessandro Del Carlo.

In questa fase delicatissima dovuta alla pandemia, le risorse del Recovery Fund, siano occasione non solo per sostenere la ripresa economica e occupazionale ma, anche per avviare un cambiamento del sistema di sviluppo, per superare le diseguaglianze sociali e territoriali e accompagnare il Paese verso una nuova coscienza pubblica e collettiva.

Confermiamo il nostro fattivo contributo – conclude Del Carlo – e la disponibilità al dialogo costruttivo guardando anche alle raccomandazioni della Commissione Ue per accedere ai fondi del Next Generation Eu“.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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