Pensioni minime: nel 2025 solo 9 euro di aumento

Le pensioni minime 2025 subirebbero un lieve aumento grazie alla perequazione automatica, ma le prospettive restano incerte
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3 ore fa
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Il tema delle pensioni minime è uno degli argomenti più discussi in ambito previdenziale, soprattutto quando si parla di misure per garantire un tenore di vita dignitoso ai pensionati italiani.

Per comprendere le novità legate alle pensioni minime 2025, è essenziale capire il meccanismo della perequazione automatica, uno strumento fondamentale del sistema previdenziale italiano. La perequazione consiste nell’adeguamento periodico degli importi pensionistici all’andamento del costo della vita, calcolato attraverso l’inflazione. In pratica, questo processo mira a mantenere invariato il potere d’acquisto delle pensioni nel tempo, evitando che l’aumento dei prezzi dei beni e servizi eroda il valore reale della rendita percepita dai pensionati.

Ogni anno, l’importo delle pensioni viene rivalutato in base a un indice specifico che tiene conto dell’inflazione. Questo sistema garantisce (o quanto meno dovrebbe garantire) che i pensionati possano affrontare le spese quotidiane senza vedere diminuire il valore effettivo del loro reddito. Tuttavia, non sempre il tasso di rivalutazione rispecchia pienamente l’aumento del costo della vita, soprattutto nei periodi di bassa inflazione o di stagnazione economica.

Pensioni minime 2025: aumento “misero”

Per il 2025, il Governo potrebbe proporre, per tutti (quindi non più per fasce) di incrementare le pensioni minime attraverso un adeguamento completo al 100% dell’inflazione prevista. Questo vuol dire che l’incremento dovrebbe garantire il pieno recupero della perdita di potere d’acquisto subita a causa dell’aumento dei prezzi. Tuttavia, le stime attuali prevedono un’inflazione contenuta, intorno all’1,5%, una percentuale piuttosto bassa che potrebbe tradursi in un aumento minimo per i pensionati.

In concreto, l’aumento stimato porterebbe un incremento di circa 9 euro al mese per i percettori di pensioni minime, facendo passare l’importo mensile da 598 a 607 euro. Sebbene l’adeguamento sia positivo, l’aumento risultante appare modesto rispetto alle aspettative di molti pensionati, che confidano in un sostegno più significativo, specie alla luce degli aumenti dei costi energetici e alimentari.

Le pensioni minime per il 2025, dunque, subiranno comunque un incremento legato alla perequazione automatica, ma le previsioni inflazionistiche ridotte non consentiranno di vedere un aumento sostanziale degli importi. Intanto, Forza Italia vuole la supervalutazione delle pensioni minime.

Non basteranno 9 euro al mese

Il contesto economico generale gioca un ruolo determinante nel delineare le politiche pensionistiche future. Con un’inflazione bassa come quella prevista per il 2025, il rischio è che, nonostante la rivalutazione al 100%, il potere d’acquisto dei pensionati non migliori in modo significativo. Questo problema diventa ancora più evidente se consideriamo che molte spese essenziali, come quelle sanitarie e per la cura della persona, tendono ad aumentare più rapidamente rispetto agli altri beni di consumo.

Perciò, è necessario non limitarsi a valutare l’efficacia della perequazione automatica, ma considerare anche altri fattori, come l’introduzione di ulteriori agevolazioni fiscali o l’aumento di bonus e sussidi per i pensionati con reddito più basso. Queste o altre strade ma che siano in grado di garantire che il valore delle pensioni minime non si limiti a mantenere il livello attuale, ma contribuisca effettivamente a migliorare la qualità della vita dei pensionati. Il dibattito rimane aperto e sarà interessante vedere cosa  il Governo deciderà di adottare.

Riassumendo

  • Perequazione automatica: meccanismo di adeguamento delle pensioni basato sull’inflazione per mantenere il potere d’acquisto.
  • Incremento 2025: previsto aumento delle pensioni minime del 1,5%, circa 9 euro mensili.
  • Importo pensione minima: salirebbe da 598 a 607 euro mensili, adeguandosi all’inflazione.
  • Sfide future: inflazione bassa potrebbe limitare miglioramenti significativi nel potere d’acquisto reale.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

1 Comment

  1. Smettete di dire pensioni minime a 500 e rotti euro io di pensione per 21 anni di lavoro in amministrazioni pubbliche e scuola prendo 295€ al mese

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