Per le pensioni di vecchiaia i requisiti, almeno fino al 2026 risulteranno bloccati. E così anche per le pensioni anticipate ordinarie. Le due misure pilastro del sistema erano e continuano a essere le due misure più utilizzate. E c’è da scommetterci, lo saranno anche negli anni a venire. A maggior ragione con il congelamento dei requisiti di cui parliamo adesso. E così l’anno 2024 sarà l’anno buono per chi è nato nel 1957, perché compirà 67 anni di età proprio l’anno venturo.
“Salve, volevo sapere se nel 2025 sarà ancora a 67 anni l’età per la pensione di vecchiaia. Compio 67 anni a gennaio 2025 e non sono sicuro di aver capito se l’età pensionabile resterà invariata o meno.”
“Buonasera, sono interessato alla pensione anticipata, ma secondo i miei calcoli arriverà a 42 anni e 10 mesi di contributi solo nel 2025. Secondo voi potrò accedere alla pensione anche io come faranno quanti nel 2024 raggiungeranno quella carriera?”
Pensioni per i nati dal 1957, ma con le quote via libera anche a chi è nato fino al 1967
Con i requisiti anagrafici bloccati per i prossimi anni sulle pensioni di vecchiaia e con quelli contributivi altrettanto congelati per le pensioni anticipate, si può già rispondere a diversi quesiti dei nostri lettori che ci chiedono spiegazioni sulle loro singole date di uscita dal mondo del lavoro. Una certezza ormai definita e definitiva è che in pensione nel 2024 potranno andarci quanti arrivano a 20 anni di contributi almeno e sono nati nel 1957. Perché nel 2024 compiranno i loro 67 anni di età e come tutti sanno, i requisiti anagrafici fino al 2026 dovrebbero essere bloccati a quelli di oggi.
Le pensioni anticipate ordinarie e come funzionano oggi e fino al 2026
Stesso discorso per l’altro canale di pensionamento ordinario, cioè quello della pensione anticipata. Quella che permette uscite a 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Resteranno tali queste soglie fino al 2026 e la misura sarà sempre distaccata dai requisiti anagrafici. Proprio il fatto che sia una misura priva di collegamenti all’età anagrafica, è probabile che questa misura finisca con il rendere possibile il pensionamento a quanti sono nati introno al 1962 o 1963. Chi ha iniziato da giovane a versare contributi, se ha goduto di occupazioni lunghe e costanti, può sicuramente riuscire a raggiungere una carriera di quasi 43 anni di contributi già a 60 anni o più o meno a questa età.
Ciò non toglie che se una donna lavoratrice ha iniziato a versare contributi a 18 anni esatti e ha proseguito ininterrottamente, può arrivare a 41 anni e 10 mesi di contributi anche a 59 anni.
La quota 41 ribalterebbe tutto, ed in quiescenza anche qualcuno nato nel 1967
Evidente che con la quota 41 per tutti sarebbe ancora più semplice andare in pensione nel 2024. Perché sempre ipotizzando carriere continue e durature e un avvio a 18 anni, anche un uomo a 59 anni potrebbe sfruttare questo anticipo. Quindi anche chi è nato nel 1965 potrebbe godere di un canale davvero privilegiato per la quiescenza. Senza considerare che chi davvero è diventato un lavoratore precoce nel vero senso della parola, cioè che ha iniziato la carriera davvero da giovane ed a 16 anni, potrebbe davvero trovare uscite 2024 ed oggi insperate, a 57 anni di età (i nati nel 1957).