L’uscita per Opzione Donna resta a 58 anni (59 per le autonome). Il governo fa un passo indietro e nel testo finale della riforma pensioni che approderà in Parlamento sparisce l’incremento dell’età anagrafica.
Cambiare tutto per non cambiare nulla. Come spesso accade quando si discute di delicati interventi e manovre di bilancio, in Italia si tende a confondere le idee, a dire tutto e il contrario di tutto. Per lasciare, alla fine, le cose come stanno.
Uscita Opzione Donna resta a 58 anni
Così, dapprima Opzione Donna sarebbe dovuta sparire alla fine del 2021.
Soprattutto a poco più di un mese dall’approvazione della riforma pensioni. Tema delicato che meriterebbe ben più di una discussione dell’ultimo momento, per giunta inserita nella legge di bilancio 2022.
Il governo ha quindi dato indicazioni per lasciare le cose come stanno per Opzione Donna e ammorbidire la posizione coi sindacati. Dal prossimo anno, pertanto, le lavoratrici potranno ancora uscire dal lavoro con i requisiti previsti finora.
I requisiti non cambiano
I requisiti per l’accesso alla pensione anticipata con Opzione Donna – lo ricordiamo – non sono uguali per tutte le lavoratrici. Le dipendenti devono aver maturato una età anagrafica di almeno 58 anni e aver versato almeno 35 anni di contributi validi nella loro carriera.
Anche le lavoratrici autonome, devono aver versato almeno 35 anni di contributi, ma per loro l’età anagrafica sale a 59 anni. Entrambi i requisiti per ambedue le categorie di lavoratrici debbono essere posseduti al 31 dicembre 2021.
Per chi ha versato contributi in gestioni diverse, si fa riferimento agli ultimi anni di lavoro. Pertanto l’età anagrafica di riferimento è quella relativa all’ultimo rapporto di lavoro al momento della domanda di opzione donna.
Anche la decorrenza della pensione con opzione donna è diversa per le lavoratrici. Se la domanda è effettuata a valere sul fondo lavoratori dipendenti, la pensione decorre dopo 12 mesi dal perfezionamento dei requisiti. Per le lavoratrici autonome i tempi di attesa sono invece più lunghi: 18 mesi dalla data di maturazione dei requisiti anagrafici e contributivi.