Resta poco tempo per intervenire sulle pensioni prima che torni la Fornero versione integrale per tutti. Senza tutte quelle le scappatoie finora previste con le uscite anticipate, tanto per intenderci. Cioè Quota 102, Opzione Donna e Ape Sociale.
Deroghe che finora hanno permesso alle lavoratrici e a chi svolge attività gravose di andare in pensione qualche anno prima. Tutte opzioni che scadono il 31 dicembre 2022 e che necessitano di essere prorogate per poter funzionare anche il prossimo anno.
Opzione Donna e Ape Scoiale in scadenza
Ma cosa aspettarsi dalla nuova politica? Una cosa è certa, fra formazione del nuovo governo e varo della legge di bilancio 2023, i tempi per una riforma pensioni non ci sono.
Intanto però incombe lo spettro del ritorno integrale della Fornero dal primo gennaio 2023. Le deroghe ai requisiti ordinari per andare in pensione sono tutte in scadenza e non è detto che saranno rinnovate.
Se Ape Sociale ha buone probabilità di proseguire, Opzione Donna presenta qualche dubbio. Più che altro per il requisito anagrafico di uscita a 58-59 anni, ritenuto troppo basso in relazione alle aspettative di vita di oggi. Da più parti, a cominciare da Alberto Brambilla, esperto di previdenza e presidente di Itinerari Previdenziali, si auspica da tempo un innalzamento del requisito anagrafico a 60-61 anni.
Quasi sicuramente, invece, Quota 102 non sarà prorogata dopo il 31 dicembre. Quindi si esaurirà con la fine dell’anno l’opzione che prevede il pensionamento anticipato a 64 anni con almeno 38 di contributi.
Riforma pensioni last minute per evitare la Fornero dal 2023
In programma, però ci sarebbe anche la possibilità di varare Quota 103. Secondo i tecnici che avevano studiato la riforma pensioni lo scorso anno, questa opzione rappresenterebbe il gradino successivo a quota 102 per evitare lo scalone con le regole ordinarie.
Tuttavia, se quota 102 ha dato finora la possibilità di andare in pensione qualche anno prima a poche migliaia di lavoratori quest’anno, nel 2023 i numeri attesi con Quota 103 non cambierebbero molto.
A differenza di quota 102, però, sempre secondo le previsioni fatte a suo tempo dal governo Draghi, si potrebbe andare in pensione con quota 103 in maniera flessibile. Cioè a 65 anni di età con 38 di contributi o a 64 anni di età ma con 39 di contributi. In maniera tale da allargare maggiormente la platea dei lavoratori beneficiari.