Pensioni per tutti come per i bancari: ecco cosa manca

Con la fine di quota 100 c’è il rischio di ritorno alla Fornero, ma non per tutti. L’anticipo delle pensioni sarà pagato sempre meno dallo Stato.
3 anni fa
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Con la fine di quota 100 si fa più probabile il rischio scalone con le regole attualmente in vigore previste dalla riforma Fornero. Cioè pensione a 67 anni di età o con 42 anni e 10 mesi di contributi (12 mesi in meno per le donne) a prescindere dall’età.

Un salto in avanti di cinque anni che i lavoratori mal riusciranno a sopportare. E una proroga di quota 100 è impensabile, visti i costi a bilancio. Ma a tre mesi dalla fine, manca ancora un piano in grado di mitigare lo strappo di fine anno.

Come saranno le pensioni nel 2022

In alternativa a quota 100 si sta lavorando per estendere Ape Sociale a molte categorie di lavoratori usuranti finora escluse. La commissione governativa lavori gravosi ha aggiornato la lista estendendola a 92 mansioni e concedendo così la possibilità a più persone di andare in pensione a 63 anni.

Sarà comunque il Parlamento a stabilire chi e quando potrà lasciare prima il lavoro accedendo ad Ape Sociale in base alla gravosità dei lavori svolti. E’ indubbio che un minatore abbia diritto a ritirarsi prima dal lavoro rispetto a un impiegato viste le aspettative di vita.

E su questo punto sembra vi sia convergenza di vedute fra partiti e sindacati, anche se Ape Sociale non è una vera e propria pensione, ma uno scivolo pagato dallo Stato.

Il fondo esuberi delle banche

Quello che manca però è la possibilità di concedere a tutti indistintamente la possibilità di lasciare prima il lavoro, come avviene per il settore privato. I bancari e gli assicuratori, ad esempio, beneficiano del fondo esuberi che permette loro di lasciare il lavoro qualche anno prima.

Qualcosa di simile esiste anche per altre aziende e industrie. Non si tratta di un vero e proprio scivolo, ma di un fondo creato grazie ad accantonamenti derivanti dal lavoro che permette, in base a specifiche richieste e condizioni, l’uscita anticipata.

Per le banche e le assicurazioni è stato più facile costituire questo fondo, per altri settori meno. Laddove manca completamente un ammortizzatore simile, invece, è fra i lavoratori autonomi e soprattutto per i dipendenti pubblici. Per costoro, la fine di quota 100 potrebbe diventare un grosso problema.

Il rischio concreto di andare incontro allo scalone c’è. A meno che, nell’ambito della discussione sulla riforma pensioni, non si riveda il concetto di aspettativa di vita legata all’età pensionabile. 67 anni è decisamente troppo.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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