Pensioni più alte o migliore decorrenza della pensione, come scegliere la via migliore

pensione a 67 o 71 anni? Al lavoratore conviene di più una pensione più alta o una migliore decorrenza?
2 mesi fa
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Con una domanda all’INPS i pensionati sopra i 72 anni possono chiedere arretrati di oltre 12 mesi
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Per alcuni contribuenti, il momento di andare in pensione può presentarsi come un caso particolare, in cui è possibile fare una scelta importante. Ogni contribuente che si trova nelle condizioni che vedremo tra poco farebbe bene a valutare tutti gli aspetti della decisione, perché ci sono due vantaggi distinti da poter sfruttare. Tuttavia, superata una certa età, una delle opzioni diventa praticamente obbligatoria. Una nostra lettrice, con un quesito dettagliato, ci permette di affrontare una questione che può interessare molte altre lavoratrici.

“Buonasera, mi chiamo Stefania, sono una donna che compirà 71 anni a fine ottobre. Sono titolare di una pensione sociale di 200 euro al mese e ho 14 anni di contributi versati, tutti nel sistema contributivo. Devo chiedere la pensione di vecchiaia, e credo che sarà migliore rispetto all’assegno sociale che percepisco. Ho provato a verificare come presentare la domanda tramite l’area riservata del sito INPS, ma probabilmente mi rivolgerò al Patronato. Durante la prova di compilazione, mi sono bloccata quando il sistema mi ha chiesto la data di decorrenza della pensione o il calcolo migliore per via dei miei figli. Ne ho avuti 4, quindi, se non erro, dovrei avere diritto a un calcolo più alto. Inoltre, potrei avere diritto anche a uno sconto di un anno sull’età pensionabile. Devo inserire come decorrenza ottobre 2023, quando avrò compiuto 70 anni, o farei meglio a chiedere il mio coefficiente migliore?”

Pensioni più alte o migliore decorrenza: come scegliere la via migliore

La nostra lettrice, avendo 71 anni, dovrebbe ora percepire la pensione di vecchiaia. Essendo una “contributiva pura”, cioè avendo iniziato a lavorare dopo il 1995, rientra in una misura speciale che permette di andare in pensione a 71 anni. Questo vale per coloro che non sono riusciti a ottenere la pensione a 67 anni perché non avevano raggiunto il requisito contributivo.

Infatti, solo per i contributivi puri esiste la possibilità di andare in pensione a 71 anni, in deroga alla soglia ordinaria.

Chi ha iniziato a lavorare prima del 1996, invece, se non raggiunge i requisiti a 67 anni, può andare in pensione solo continuando a lavorare e accumulando altri contributi.

Per riassumere, un contributivo puro che non è riuscito a ottenere la pensione a 67 anni perché aveva meno di 20 anni di contributi (come la nostra lettrice, che ne ha 14) può andare in pensione a 71 anni. In questo caso, sono sufficienti 5 anni di versamenti.

La pensione a 71 anni per chi non è riuscito a prenderla a 67 anni

Per le lavoratrici con pensione calcolata nel sistema contributivo, ci sono due vantaggi che possono essere richiesti al compimento dei 71 anni. Questo è dimostrato dal fatto che la nostra lettrice, nel compilare la sua domanda online, ha trovato due opzioni: una per uno sconto sull’età pensionabile e un’altra per un incremento dell’importo della pensione.

Tuttavia, questi vantaggi non possono essere sfruttati entrambi contemporaneamente, ma solo uno. A 71 anni, la scelta è praticamente obbligata, poiché l’opzione della pensione più alta non è applicabile.

Ma di cosa si tratta esattamente? Questi vantaggi riguardano le donne che hanno avuto figli. Con uno o due figli, c’è la possibilità di ottenere una pensione calcolata utilizzando il coefficiente di trasformazione valido per un’età di un anno superiore rispetto a quella effettiva al momento del pensionamento.

Con tre o più figli, il vantaggio aumenta: la pensione viene calcolata utilizzando il coefficiente di trasformazione valido per un’età di due anni superiore rispetto a quella effettiva. Inoltre, una lavoratrice può avere diritto a uno sconto sull’età pensionabile: ogni figlio garantisce uno sconto di 4 mesi sull’età di uscita, fino a un massimo di 12 mesi.

Ecco come scegliere la via migliore tra le due opzioni

Nel caso della nostra lettrice e di altre lavoratrici che si trovano a dover andare in pensione a 71 anni, non c’è una reale scelta tra le due opzioni.

Il coefficiente di trasformazione migliore è già quello valido a 71 anni, poiché non esistono coefficienti più alti nel sistema pensionistico attuale. Quindi, non è necessario chiedere un coefficiente di trasformazione più favorevole, dato che quello applicabile è già il più vantaggioso. In questo caso, l’unica possibilità è anticipare la decorrenza della pensione a 70 anni. O 70 anni e 4 mesi, o 70 anni e 8 mesi, a seconda del numero di figli.

Diversa è la situazione per chi verifica il diritto alla pensione di vecchiaia a 67 anni come contributiva pura. In questo caso, si può scegliere tra un’uscita anticipata a 66 anni. O una pensione calcolata utilizzando il coefficiente di trasformazione valido per i 68 o 69 anni. Lo stesso discorso vale per l’anticipata contributiva a 64 anni: si può optare per una decorrenza a 63 anni. O per una pensione calcolata come se l’uscita avvenisse a 65 o 66 anni.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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