A prescindere da ciò che verrà fuori adesso dalla Legge di bilancio per il capitolo pensioni, nel 2024 per i precoci sarà il momento di presentare la domanda per uscire finalmente dal mondo del lavoro con qualche anno di anticipo. Infatti, la quota 41 per i lavoratori precoci sarà attiva anche nel 2024 e. quindi, molti lavoratori potranno sfruttare ancora questo canale di uscita agevolato rispetto ai requisiti ordinari della pensione anticipata.
La misura però ha dei requisiti particolari che vanno meglio approfonditi perché potrebbe essere che anche maturando la giusta carriera contributiva un lavoratore possa essere escluso dalla pensione anticipata.
Pensioni per i precoci nel 2024, ecco i requisiti specifici di ogni possibile beneficiario
La quota 41 per i precoci è una misura nata nel 2017 insieme all’Ape sociale. E gli somiglia molto, dal punto di vista della platea di riferimento, a quest’ultima misura. Infatti inizialmente le categorie dei soggetti che avevano diritto sia alla quota 41 per i precoci che all’Ape sociale erano le stesse. Col tempo però qualcosa è cambiato. Perché l’Ape sociale ha visto una vasta estensione della platea dei beneficiari mentre la quota 41 per i precoci è rimasta praticamente inalterata. Oltretutto per i disoccupati per l’Ape sociale è venuto meno un vincolo mentre per la quota 41 tutto è rimasto alle origini. E questo lo vedremo dopo.
I requisiti generali per la pensione dei lavoratori precoci con la quota 41
Dal punto di vista dei requisiti generali per poter rientrare nel perimetro di applicazione della quota 41 per i precoci bisogna rispettare determinate condizioni. Innanzitutto servono almeno 41 anni di contributi versati, dei quali un anno versato prima dei 19 anni di età anche se in modo discontinuo.
Le categorie dei lavoratori che possono sfruttare la quota 41 per i precoci
Non tutti i lavoratori potranno accedere alla quota 41 precoci nel 2024 ed è la stessa cosa che è accaduta fino a oggi. Cioè da quando la misura è entrata in vigore. Infatti la quota 41 riguarda esclusivamente gli invalidi, i disoccupati, i caregiver e chi svolge un lavoro gravoso. A ogni categoria ci sono determinati requisiti da rispettare per poter rientrare tra i beneficiari della misura. Infatti anche maturando la giusta carriera contributiva e rispettando i requisiti generali sopra citati, c’è chi per colpa di questi requisiti aggiuntivi non riesce a rientrare nel perimetro di applicazione di quota 41.
Il lavoro gravoso della quota 41 per i precoci
Partiamo dai lavori gravosi che come dicevamo per l’Ape sociale hanno visto negli ultimi anni una estensione di platea arrivando a coprire una buona fetta di lavoratori. Per la quota 41 invece le categorie sono rimaste praticamente le stesse fin dall’inizio. O, meglio, dal secondo anno di applicazione della misura quando da 11 diventarono 15. Per rientrare nella misura come lavoro gravoso però occorre rispettare il vincolo della durata di questa attività lavorativa. In pratica bisogna aver svolto una di queste attività gravose per almeno sei degli ultimi sette anni di carriera o per almeno sette degli ultimi dieci anni. Nello specifico le categorie di lavoro gravoso che prevedono l’anticipo della pensione con quota 41 precoci sono:
- Facchini;
- Infermieri delle sala operatorie e ostetriche nelle sale parto che lavorano su turni;
- Macchinisti dei treni è personale ferroviario viaggiante;
- Edili;
- Gruisti;
- Addetti assistenza persone non autosufficienti;
- Conciatori di pelli e pellicce;
- Maestri di asilo ed educatori scuola dell’infanzia;
- Agricoli;
- Marittimi;
- Pescatori;
- Siderurgici;
- Addetti alla raccolta e allo smaltimento dei rifiuti;
- Camionisti;
- Personale non qualificato addetto ai servizi di pulizia.
Disoccupati e pensione con quota 41 per i precoci
Un’altra differenza che c’è come platea di riferimento tra Ape sociale e quota 41 per i precoci, già menzionata in precedenza, è quella che riguarda i disoccupati.
Infatti sia l’Ape sociale che la quota 41 sono destinate ai disoccupati che provengono da un periodo di Naspi indennizzata. Soltanto che per l’Ape sociale non c’è alcun vincolo e quindi non appena finisce l’indennità di disoccupazione i diretti interessati possono passare a chiedere la pensione anticipata a 63 anni come la misura prevede. Per la quota 41 dei precoci invece serve che dall’ultima Naspi percepita al giorno della domanda di pensione devono passare almeno tre mesi. Tutti i lavoratori che non prendono la Naspi perché hanno perso il lavoro per motivazioni che non danno diritto all’indennità, non possono avere accesso alla quota 41 per i precoci.
Invalidi almeno al 74%
La misura riguarda anche gli invalidi e parliamo di invalidità civile. Chi ha presentato domanda di invalidità civile in passato, se dopo la visita della commissione medica ASL che certifica i requisiti ha ottenuto almeno 74% di disabilità, può avere accesso alla quota 41 precoci. In pratica, grazie a questa misura l’interessato può lasciare il lavoro nel momento in cui completa i 41 anni di contribuzione previdenziale e rispetta tutti i requisiti generali prima citati, a prescindere da qualsiasi limite anagrafico.
Assistere un familiare invalido può dare diritto alla quota 41 per i precoci
L’ultima categoria dei beneficiari della quota 41 precoci è quella dei caregiver. Un inglesismo che sta a significare soggetti che assistono un familiare invalido. In sostanza, chi ha un familiare invalido da assistere può avere diritto alla misura, ma solo ed esclusivamente a determinate condizioni. Infatti, il familiare oltre a essere invalido grave e bisognoso di assistenza continua, deve essere anche convivente con il richiedente la quota 41. E, oltretutto, l’assistenza all’invalido e la convivenza devono essere vecchi di almeno sei mesi prima di poter presentare domanda.