Pensioni: quanto si prende con uno stipendio da 1.000 euro e quanto con uno stipendio da 2.000 euro

Come funziona il tasso di sostituzione dell'ultimo stipendio in pensione, la guida e le regole dopo le analisi della Ragioneria di Stato.
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Pensioni: quanto si prende con uno stipendio da 1.000 euro e quanto con uno stipendio da 2.000 euro
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È importante sapere quando si andrà in pensione, ma altrettanto importante è sapere quanto si percepirà di pensione. Le due domande tipiche di chi deve andare in pensione si unificano nel momento del grande passo. E questi interrogativi se li pongono oggi anche i giovani. Anzi, forse sono proprio i giovani a pensarci di più rispetto a chi vede la pensione ormai vicina. Il tasso di sostituzione, per esempio, è fondamentale per capire che pensione si potrà ottenere rispetto all’ultimo stipendio percepito o alla media degli stipendi percepiti.

Il calcolo della pensione è una cosa, il tasso di sostituzione è un’altra. Ma sono entrambi fattori determinanti quando si tratta di andare in pensione.

Ed è proprio il tasso di sostituzione l’elemento che adesso andremo ad analizzare, alla luce di alcuni dati della Ragioneria di Stato che mettono in luce un fenomeno significativo. Man mano che passano gli anni, la differenza tra stipendio e pensione sarà sempre più netta, a svantaggio della pensione, destinata a diventare sempre più bassa rispetto alle retribuzioni.

Pensione rispetto allo stipendio da 2.000 euro, ecco i calcoli, da 1.700 a 1.200 euro

Che pensione prenderò se ho uno stipendio di 2.000 euro oggi? La domanda è importante. Lo dimostra un nostro lettore, dubbioso riguardo alla possibilità di andare in pensione subito.

“Gentili esperti, sono un vostro lettore molto assiduo. Volevo capire se è conveniente andare in pensione con la quota 41. Mi spiego meglio. Ho 64 anni di età. Raggiungo i 41 anni di contributi a metà 2025. Ho già fatto la domanda di certificazione e mi hanno confermato l’uscita a luglio 2025 con la quota 41 per i precoci.

Sono preoccupato però di prendere una pensione troppo bassa. Premetto che ho 2.000 euro di stipendio oggi e che più o meno è un decennio che porto questi soldi a casa. La pensione a quanto ammonterebbe secondo voi?”

I calcoli sul tasso di sostituzione dello stipendio con la pensione

Sono i dati della Ragioneria di Stato quelli da prendere a riferimento per cercare di dare una risposta quanto più realistica possibile. Una risposta che, a dire il vero, è davvero complicata da fornire, perché le condizioni e i calcoli cambiano da caso a caso.

Molto dipende dall’età di uscita, dai contributi versati, dal montante contributivo. Ma in linea di massima, è il tasso di sostituzione dello stipendio in pensione quello che conta. Ed è proprio su questo aspetto che la Ragioneria di Stato ha concentrato la sua analisi, evidenziando come, guardando al passato e al futuro, il tasso di sostituzione sia nettamente cambiato nel tempo, risultando sempre meno favorevole ai pensionati.

Ecco alcuni esempi di calcolo del trattamento rispetto alla retribuzione

Per esempio, nel 2010 chi è andato in pensione ha percepito un trattamento che, rispetto all’ultimo stipendio netto, era pari all’82,7%. In pratica, da 1.000 euro di stipendio si passava a 827 euro di pensione, e da 2.000 euro di stipendio a 1.654 euro di pensione. Dopo 10 anni, e quindi nel 2020, il tasso è stato dell’81,50%, ossia 815 euro su 1.000 euro di stipendio e 1.630 euro su 2.000 euro.

In circa 10 anni, dunque, si perdono 24 euro se si considera uno stipendio netto di 2.000 euro. E il futuro sarà ancora peggiore: sempre in base ai dati, decennio dopo decennio si scende costantemente.

Nel 2030, chi percepisce 1.000 euro di stipendio netto otterrà un tasso di sostituzione del 76,4%, cioè 764 euro (oppure 1.528 euro, se si parte da 2.000 euro di stipendio). Nel 2040 sarà il 68,10%, nel 2050 il 67,60%, nel 2060 il 67,30% e nel 2070 il 67,20%.

Significa che, se prima, partendo da 2.000 euro di ultimo stipendio, si arrivava a prendere quasi 1.700 euro di pensione, nel 2070 si percepiranno solo 1.344 euro.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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