Quota 100 per quanto riguarda la pensione è senza dubbio la misura che più di ogni altra ha lasciato nostalgici. Perché è stata una misura che è piaciuta, perché aveva una età minima di uscita molto bassa rispetto ai requisiti ordinari e perché la carriera prevista era più bassa rispetto a quella della pensione anticipata. C’è chi vorrebbe il ritorno alla quota 100 e c’è chi invece propone una quota 100 diversa, quasi pura.
I lavoratori cercano soluzioni anche estemporanee
Stessa misura ma nuova veste che permetterebbe di lasciare il lavoro con maggiori combinazioni rispetto a quanto fatto con la versione che ha funzionato tra il 2019 ed il 2021.
“Buonasera, volevo un parere da parte vostra su una mia personale idea per la riforma delle pensioni. Ho 60 anni di età e lavoro da oltre 35 anni. Sono giovane e pure con una carriera troppo bassa per poter aspirare ad una pensione. Ma la mia idea sarebbe quella di riformare il sistema partendo dalla quota 100. Non capisco perché hanno cestinato così presto la misura. Secondo me è stata la migliore mai emanata dopo l’avvento della riforma Fornero. A mio parere se si ripropone quota 100, magari allargandola anche a chi ha meno di 38 anni di contributi ma con una età maggiore dei 62 anni, quota 41 per tutti e tutte le altre ipotesi di nuove misure potrebbero anche non servire più. Secondo voi ho ragione?”
Pensioni quota 100, come funzionerebbero nel 2024 con una ipotetica riforma
La pensione con quota 100 è nata con il famoso Decretone, che oltre alla popolare misura per le pensioni ha introdotto pure il reddito di cittadinanza. Era il 2019 ed era il DLGS n° 4.
Tornare a quota 100 si può? Sembrerebbe di sì, anche se all’epoca del suo varo si diceva che la misura costava un’enormità salvo poi correggere il tiro e criticare la misura perché serviva solo a pochi lavoratori. Le solite incongruenze italiane, con polemiche sempre e comunque che una volta sostengono una cosa mentre altre volte l’esatto contrario.
Una quota 100 con più combinazioni? ecco come fare
Il ritorno alla quota 100 come funzionava una volta potrebbe già essere presa come una grande novità e un netto passo avanti verso il superamento della legge Fornero. Figuriamoci se la misura venisse modificata, cioè estesa anche a chi è sotto i 38 anni di contributi ma ha una età più elevata. Oppure consentire il pensionamento con una età più bassa ma con più anni di contributi. Magari avvicinandosi ai 41 anni della omonima quota per tutti di cui tanto si parla.
Uno dei punti critici della vecchia quota 100 è stato sempre il fatto che senza i 38 anni di contributi non si poteva sfruttare la misura nemmeno a 63, 63 o 65 anni. Allo stesso modo, senza i 62 anni non si poteva andare in pensione nemmeno con 39, 40 o 41 anni di contributi.
Le combinazioni della quota 100 originaria erano sempre le stesse e cioè 62+38, 63+38, 64+38 e così via. Perché i 38 anni erano un parametro fisso come adesso 41 anni di contribuiti è il parametro fisso di quota 103.
L’idea di estendere la platea dei beneficiari di una ipotetica quota 100 è fattibile?
Il nostro lettore ha ragione quando considera la quota 100 come una misura che se ripresentata ai nastri di partenza del sistema, e soprattutto se estesa ad altre combinazioni, diventerebbe davvero un toccasana per molti lavoratori. Ma è altrettanto vero che il governo lotta con i vincoli di bilancio e le scarse risorse che mettono in difficoltà qualsiasi ipotesi di riforma. Però guardare ad una specie di quota 100 pura per riformare il sistema sarebbe ideale. Perché potrebbero andare in pensione quelli che raggiungono le combinazioni 63+37, 64+36, 65+35. Basta che al salire dell’età anagrafica si accorci l’età contributiva. Purché la loro somma dia quota 100. Sempre fissando a 62 anni l’età minima di uscita. Perché se si abbassasse anche questa, potrebbero andare in pensione quanti completano 61 anni di età e 39 di contributi oppure 60 anni di età e 40 di contributi.