Nessuna riforma pensioni per il 2024. Ormai è confermato da più parti che tutto è rimandato a tempi migliori. Fra inflazione, guerre, tensioni sociali e crisi economica, spazi di intervento non ce ne sono e la Manovra finanziaria è ridotta all’osso. Oltretutto, sarà necessario stanziare altri miliardi per rivalutare gli assegni in pagamento il prossimo anno.
Così, per evitare il ritorno pieno delle regole Fornero, si fa nuovamente un passo indietro di un anno. Il Governo torna a riconsiderare l’opportunità di prorogare Quota 103 il cui requisito anagrafico potrebbe salire a 63 anni (Quota 104) e passa la palla al Parlamento per inserire la misura nella legge di bilancio.
Pensioni: Quota 103 anche nel 2024 ma a 63 anni (Quota 104)
In attesa di saperne di più nelle prossime settimane, tutte le indiscrezioni e necessità di bilancio sembrano convergere vero il prolungamento di Quota 103. La misura di pensionamento anticipato almeno 41 anni di contributi scade a fine dicembre e sarà probabilmente rinnovata per altri 12 mesi, ma non più a 62 anni bensì a 63. Diventando così Quota 104. Mentre La tanto discussa idea di Quota 41 (senza limiti di età) è definitivamente tramontata.
Quota 103, lo ricordiamo, è accompagnata dal diritto a un incentivo economico (detto bonus Maroni) per i lavoratori dipendenti pubblici e privati che rinunciano ad andare in pensione. L’opzione è stata introdotta quest’anno per scoraggiare i lavoratori a lasciare il lavoro in anticipo per non gravare troppo sui costi previdenziali. Il che sembra funzionare.
A oggi sono poco più di 10.000 le domande di pensionamento accolte con Quota 103, contro un potenziale di 44 mila previsto all’inizio per l’intero 2023. Dati più precisi saranno disponibili il prossimo anno, ma la tendenza a rinunciare ad andare in pensione a 62 anni sembra scemare di fronte al bonus Maroni che fa salire il livello dello stipendio.
Ape Sociale allargata a gravosi e donne
E chi ha 63 anni potrà accedere ad Ape Social?
Per le lavoratrici potrebbero arrivare importanti novità. Ape Sociale potrebbe infatti assorbire Opzione Donna che da quest’anno è riservata solo a caregiver, invalide, licenziate o dipendenti di aziende in crisi. Le due misure, da questo punto di vista, sono infatti l’una il doppione dell’altra. Resta da vedere se l’età pensionabile potrà essere mantenuta a 60 anni. Mentre i requisiti contributivi necessari, si sa, sono minori in Ape Sociale (30 anni) rispetto a Opzione Donna (35 anni).
C’è poi la questione dei lavoratori gravosi. Un problema annoso e mai affrontato in maniera definitiva. A oggi solo alcune categorie riconosciute ufficialmente dal Ministero del Lavoro come “gravose” possono accedere ad Ape Sociale. Ma l’elenco (lista Damiano del 2021) è lungo e solo parzialmente sfruttato a tutela delle persone che svolgono quotidianamente mestieri pesanti e faticosi.
Sarà anche in questo caso il Parlamento a valutare se includere nuove figure professionali fra gli aventi diritto all’anticipo pensionistico oppure no. Tutto dipenderà sempre dai saldi di bilancio che dovranno necessariamente essere rispettati. Due misure che potrebbero non esistere più autonomamente ma confluire nella Quota 104.
Riassumendo…
- Niente riforma pensioni per il 2024, ma solo alcuni aggiustamenti e proroghe;
- Quota 103 dovrebbe proseguire anche il prossimo anno, ma con un giro di vite sul requisito anagrafico;
- Opzione Donna e Ape Sociale potrebbero confluire nella nuova Quota 104.