La bozza della legge di bilancio contiene importanti novità in fatto di pensioni. Oltre alle riforme che andranno a ritoccare verso l’alto il requisito anagrafico delle uscite anticipate, il governo apre anche una strada per non penalizzare troppo i giovani lavoratori la cui carriera lavorativa è spesso costellata da vuoti e buchi contributivi.
Così, in via del tutto sperimentale e solo per il biennio 2024-2025, è prevista la possibilità di riscattare periodi non coperti da contributi ai fini della pensione. Vale a dire, colmare quei vuoti che si generano fra la perdita di un lavoro e la ricerca di un altro.
Come recuperare i vuoti contributivi per la pensione
La riforma si sviluppa sulla falsariga di quanto già previsto per il riscatto agevolato della laurea. Dove il lavoratore può riscattare i periodi di studio universitari versando volontariamente i contributi per la pensione come se avesse lavorato durante gli studi. Il riscatto avviene a domanda specifica del contribuente e a seguito di autorizzazione da parte dell’Inps.
Allo stesso modo, il lavoratore dal prossimo anno potrà avvalersi del riscatto dei contributi in forma agevolata per un massimo di 5 anni. Non necessariamente continuativi e nemmeno in misura intera. Possibilità che ricade solo per coloro che ricadono nel sistema di calcolo contributivo puro, cioè che hanno iniziato a lavorare dopo il 1995.
Detti vuoti contributivi potranno quindi essere coperti pagando una somma predeterminata per il numero di settimane che il lavoratore intende riscattare. Detti periodi non coperti da contribuzione saranno utili al raggiungimento dei requisiti per la pensione e concorreranno alla misura della stessa.
Pagamento rateale
Potranno accedere al riscatto dei periodi contributivi per la pensione tutti i lavoratori iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO). Ma anche gli iscritti a una delle gestioni speciali dei lavoratori autonomi, della Gestione Separata per i lavoratori parasubordinati, e gli iscritti ai fondi speciali, sostitutivi, esclusivi gestiti dall’Inps.
I periodi riscattabili sono, come detto, massimo 5 anni anche non continuativi. Il pagamento, una volta ottenuto il via libera dall’Inps, potrà avvenire in una unica soluzione o a rate mensili fino a un massimo di 120. L’importo dei versamenti nella propria gestione Inps può essere scelto liberamente dal contribuente con un minimo di 30 euro senza interessi.
Per i lavoratori del settore privato, l’onere per il riscatto potrà essere sostenuto direttamente dal datore di lavoro destinando a tale scopo, gli eventuali premi di produzione. L’importo sarà deducibile dal reddito di impresa e da lavoro autonomo.
Contributi pensione e agevolazioni fiscali
Questa novità per le pensioni contributive è particolarmente importante anche ai fini fiscali. I versamenti volontari sono infatti interamente deducibili dal reddito. Cioè, la somma versata dal lavoratore e/o dal datore di lavoro può essere dedotta dall’imponibile fiscale nella misura massima annuale di 5.164,57 euro.
Sicché, la deduzione porta con sé un vantaggio fiscale importante dato che riduce l’ammontare del reddito imponibile e, di conseguenza, le tasse da pagare diminuiscono. Tutto sommato, considerando anche il pagamento rateale senza interessi, la misura risulta vantaggiosa per coloro che potranno beneficiarne.
Riassumendo…
- Dal prossimo anno si potranno riscattare i vuoti contributivi fino a 5 anni.
- L’opportunità è riservata solo ai lavoratori che ricadono nel sistema contributivo puro.
- I versamento potranno essere fatti a rate e senza interessi.
- Gli importi versati ai fini pensionistici sono fiscalmente deducibili.