Migliaia di pensionati si sono ritrovati questo mese assegni più alti rispetto a gennaio. Si tratta di un conguaglio che l’Inps ha effettuato con la mensilità di febbraio dopo che lo scorso mese erano stati corrisposti assegni pensionistico più bassi rispetto ai mesi precedenti per errore nella fase di calcolo.
Come noto, l’Inps effettua mensilmente i calcoli degli assegni, delle rivalutazioni e dei conguagli delle pensioni avvengono in maniera automatica, salvo poi intervenire per rettificare eventuali errori che il software di calcolo talvolta commette in fase di elaborazione dei dati contabili.
Pensioni, assegno più leggero a gennaio
A inizio 2020 è accaduto che per circa 100.000 assegni pensionistici di importo compreso fra 1.405 e 2.010 euro erogati nel mese di gennaio mancasse qualche decina di euro. Ai malcapitati sarebbero stati detratti gli aumenti del governo Renzi e pagati lo scorso anno, con la rivalutazione dell’assegno errata anche per il 2020. Un errore di tipo tecnico – aveva fatto sapere l’Inps – ma di cui non bisognava allarmarsi poiché la restituzione sarebbe avvenuta “probabilmente” nei mesi di marzo o aprile 2020. I pensionati non devono presentare alcuna richiesta specifica all’Inps. Problema che ha riguardato in particolare i pensionati della regione Umbria.
Le proteste dei sindacati
“Effettivamente – dice Roberto Panico, direttore dell’Inca Cgil Umbria – abbiamo riscontrato che chi aveva usufruito del cosiddetto ‘bonus Poletti’, nel ricalcolo effettuato dall’istituto si è visto annullato il bonus del 2019, cosa che ha comportato un debito nei confronti dell’inps, e si è visto disapplicare il bonus nel 2020, con conseguente diminuzione della pensione”. L’Inps ha riconosciuto l’errore e si è attivato per sistemare il più in fretta possibile gli ammanchi al punto che i conguagli sono arrivati ancora prima di quanto preannunciato.
L’intervento di Serracchiani
L’errore – come specificato dall’Inps – è stato sanato in tempi rapidi, nonostante le posizioni da correggere, una per una, fossero migliaia. Pressioni in tal senso sono arrivate non solo dai pensionati, ma anche dalle forze politiche. Sul caso aveva infatti preso posizione la deputata del Pd Debora Serracchiani, la quale aveva spronato l’Inps a correggere subito l’errore nel calcolo delle pensioni scusandosi con le migliaia di persone danneggiate che avevano ricevuto meno del dovuto. “L’Inps è al servizio dei cittadini – aveva detto Serracchiani – non sono accettabili errori di questo tipo, ancor meno un silenzio che sembra arroganza. A parti invertite, quando è un cittadino a dovere anche una piccola cifra allo Stato, finisce in una morsa che calcola i minimi interessi sul ritardo. Facesse lo stesso l’Inps con i pensionati e valuti il danno del ritardo. Come apprendiamo dal presidente dell’Inps Giuseppe Tridico – conclude Serracchiani – è in corso una riorganizzazione dell’Ente: speriamo che possa contribuire ad evitare il ripetersi di simili brutti errori, oltre a eliminare sacche di privilegio nella dirigenza pubblica“.
Chi non ha ricevuto il conguaglio
Problema risolto dunque? Potrebbe capitare che non tutte le posizioni siano state sanate – osservano i sindacati – per cui si invitano i pensionati che avevano subito una decurtazione dell’assegno a gennaio a verificare attentamente nel cedolino pensione se a febbraio sono stati corrisposti i dovuti conguagli. Nel caso in cui il conguaglio non sia presente, è suggeribile riferirsi all’Inps stesso o a un Caf, i quali con le apposite procedure potranno comunicare il mancato versamento. I sindacati fanno sapere che non serve protestare presso gli uffici Inps e nemmeno segnalare il proprio nominativo poiché l’Istituto già conosce l’elenco dei pensionati che sono stati penalizzati.