Pensioni, salgono i requisiti, età a 68,1 anni e contributi a 43,11, ecco le ultime stime

Come rischiano di salire di 13 mesi i requisiti per le pensioni di vecchiaia e le anticipate: ecco gli scenari della Ragioneria di Stato.
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Pensioni, salgono i requisiti, età a 68,1 anni e contributi a 43,11, ecco le ultime stime
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Non si è ancora spenta la polemica tra INPS e CGIL sugli aumenti dei requisiti di accesso alle pensioni. Ora emerge un altro dato allarmante destinato a far discutere. Infatti, secondo alcuni scenari molto verosimili, le pensioni di vecchiaia e quelle ordinarie saliranno sensibilmente nei prossimi anni. Parliamo di requisiti anagrafici e contributivi per accedere alla pensione. Con notizie allarmanti per chi andrà in pensione in futuro, giovani e meno giovani di oggi.

Pensioni, salgono i requisiti, età a 68,1 anni e contributi a 43,11, ecco le ultime stime

Ha fatto scalpore la polemica tra INPS e CGIL riguardo l’incremento di 3 mesi che l’INPS aveva applicato, di propria iniziativa e senza provvedimenti ufficiali, ai simulatori di calcolo della pensione per gli anni a venire.

Il simulatore INPS, infatti, lasciava intendere che dal 2027 per le pensioni di vecchiaia l’età pensionabile sarebbe arrivata a 67 anni e 3 mesi. Di qui, le polemiche copiose, con il governo costretto a intervenire per disinnescare l’incremento basato sulle stime di vita della popolazione.

Anche il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, ha ribadito la volontà di neutralizzare questo aumento. E l’INPS ha prontamente rettificato il simulatore, riportandolo ai 67 anni attuali.

Adesso, però, emergono novità e scenari ancora più preoccupanti. L’aspettativa di vita e l’andamento demografico della popolazione, seppur al momento in forma di stime, lasciano prevedere un aumento notevole dei requisiti per l’accesso alle pensioni future.

Un aumento graduale ma continuativo dei requisiti per andare in pensione nei prossimi 15 anni

Come riporta anche Il Sole 24 Ore, la Ragioneria Generale dello Stato ha divulgato delle stime aggiornate, basate sullo scenario demografico ISTAT 2023, che delineano un quadro in cui i giovani lavoratori di oggi saranno pienamente colpiti dall’inasprimento dei requisiti al momento del proprio pensionamento.

Naturalmente, trattandosi di dati provvisori e stimati, occorrerà attendere le nuove proiezioni ISTAT sull’andamento della vita media.

È risaputo, infatti, che se sale la vita media degli italiani, inevitabilmente salgono anche i requisiti per le pensioni. Va però sottolineato che il governo, quale che sia la maggioranza in carica, ha in mano il “cerino”. Poiché può decidere, tramite decreto, di non applicare tali incrementi.

Ciò che allarma di più è la proiezione che stima l’età pensionabile oltre i 68 anni.

Come cambia l’età pensionabile e come cambiano i contributi secondo la Ragioneria di Stato

Secondo queste stime, nel 2040 serviranno 68 anni e 1 mese per accedere alla pensione di vecchiaia, un balzo di 13 mesi rispetto ai 67 anni di oggi. L’aspettativa di vita andrebbe a incidere non solo sulle pensioni di vecchiaia, ma anche sulle pensioni anticipate ordinarie, che hanno sostituito le vecchie pensioni di anzianità con la riforma Fornero.

Ricordiamo che, prima del 2012, con 40 anni di contributi si aveva già la pensione a prescindere dall’età. Mentre ora, con la pensione anticipata, le donne escono con 41 anni e 10 mesi e gli uomini con 42 anni e 10 mesi. Seguendo lo stesso criterio di adeguamento, nel 2040 le anticipate salirebbero anch’esse di 13 mesi, sfiorando i 44 anni di contributi. Per gli uomini, 43 anni e 11 mesi.

Dal 2027 inizia la salita dei requisiti per le pensioni, per arrivare a 68,1 anni di età nel 2040

Tornando alle recenti polemiche sui 3 mesi di incremento contestati dalla CGIL all’INPS, va detto che queste stime erano già ventilate dalla Ragioneria Generale dello Stato. La quale prevede un ritocco graduale dei requisiti a partire dal 2027. Il documento di riferimento prende in considerazione il

“quadro macroeconomico sottostante al Piano strutturale di bilancio di medio termine 2025-2029 e alle revisioni statistiche ai conti economici nazionali rilasciate da ISTAT nel settembre 2024, nonché alle più recenti previsioni demografiche ISTAT formulate nell’ambito dello scenario di lungo periodo.

In altre parole, si tratta di dati seri, non certo campati in aria.

A partire quindi dal 2027, con l’età di vecchiaia a 67 anni e 3 mesi e la pensione anticipata a 43 anni e 1 mese (42,1 per le donne), la salita proseguirebbe biennio dopo biennio. Con la vecchiaia a 67,5 anni e l’anticipata a 43,3 nel 2030. Per giungere al 2039-2040 con 68,1 anni di età pensionabile e 43,11 anni di versamenti.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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