Le pensioni sono in pericolo e lo Stato torna a controllare direttamente l’Inps. Lo fa a mezzo decreto, quello sul Lavoro del 1 maggio scorso nel capitolo “disposizioni urgenti in materia di amministrazione di enti pubblici”.
Con questa manovra il consiglio di amministrazione dell’Inps viene azzerato e il presidente, Pasquale Tridico (già a termine mandato) uscirà di scena. Stessa cosa accadrà per l’Inail. Seguirà il commissariamento dell’Istituto con conseguente ritorno al controllo diretto da parte del Ministero del Lavoro.
Inps, arriva il commissario
In questo modo, il governo Meloni, dimostra di non andare tanto per il sottile con la gestione delle pensioni. Riportando al contempo la palla al centro e restituendo allo Stato il controllo diretto della previdenza che con gli anni si era andato perdendo. Ma cosa cambierà per i cittadini? Sostanzialmente nulla. I trattamenti previdenziali sono regolati da leggi. Ma l’Inps, come gestore, avrà meno autonomia decisionale e i vertici saranno indicati dal governo.
Ma questa mossa deve far riflettere su un altro punto, quello finanziario. L’Inps sta perdendo soldi a palate. Colpa sostanzialmente della gestione dei dipendenti pubblici, una voragine a cielo aperto. Dalle relazioni contabili emerge infatti una striscia di segni meno che dal 2012, anno di assorbimento dell’Inpdap in Inps, porta la perdita cumulata della gestione dei pensionati di Stato, Regioni, Comuni a quota 90 miliardi.
Un disastro per i conti dell’Inps. E le perdite hanno portato a erodere l’intero patrimonio della gestione pubblica che oggi viaggia con il segno meno per 64 miliardi. Con previsioni – come dice il presidente Tridico – a 92 miliardi entro il 2029.
Quale futuro per le pensioni
L’operazione non può che far riflettere anche sul futuro delle pensioni. La nuova governance dell’Inps avrà meno autonomia decisionale. Sparirà anche la figura del vicepresidente e si ridurranno i componenti del Cda.
Non solo. A fianco del commissario ci sarà anche l’Osservatorio sulle pensioni, organo già approvato dal Ministro del Lavoro Elvira Calderone per monitorare i flussi di spesa delle pensioni e che dovrà tenere sotto osservazione la spesa previdenziale. L’Osservatorio è composto da 15 membri, esperti di previdenza, con lo scopo di valutare e tenere costantemente informato il governo sulla valutazione dell’impatto della spesa previdenziale.
Lo scopo dell’Osservatorio è quello di ripristinare in modo permanente il nucleo di valutazione della spesa previdenziale, nato a suo tempo sulla scia della legge Dini del 1995. Una mossa che non nasconde la preoccupazione dell’esecutivo sulla gravità della situazione dopo la certificazione Inps dell’aumento della spesa per le pensioni nel 2022.
Di fatto, la spesa pensionistica rischia di soffocare il bilancio nei prossimi anni, anche e soprattutto per la prevista uscita dal lavoro di milioni di baby boomers (nati negli anni ’60). Una ondata che interesserà in particolar modo i dipendenti della pubblica amministrazione.